Serena Grandi si racconta a cuore aperto in un libro “Serena a tutti i costi”, un insieme di lettere mai spedite attraverso le quali ripercorre la sua vita, professionale e privata. Tra le missive più amare, quella che l’attrice scrive a se stesse e riguarda il suo corpo, martoriato da un abuso di chirurgia estetica:
“Non siamo più la coppia inossidabile di una volta. Questo mio corpo oggi è martoriato per colpa della chirurgia estetica e della malasanità. Questo mio corpo che non riesco più a veder riflesso in uno specchio, tanto da aver eliminato tutte le superfici riflettenti in ogni dove”.
Serena Grandi comincia il suo racconto da quando aveva appena 12 anni. A scuola la chiamavano Svampitella:
“Ero ingenua a 12 anni, già così formosa — un seno immenso e non si trovavano reggiseni adatti a me — già una donna. Anche se una donna inconsapevole della sua bellezza”.
Per poi ammettere di non essere stata molto brava a scuola e di aver perso la verginità a 14 anni con un uomo di 30:
“Successe a Bologna, in una di quelle ‘abitazioni’ che prendevano il nome di trappoli. Gli amici se li dividevano, alternandosi con chi doveva occuparlo per qualche ora”
Serena Grandi che della sua sensualità ne ha fatto una carriera, ammette candidamente:
“La mia era una carnalità da vera romagnola. A parte che era anche un bisogno fisico. Se non facevo l’amore due volte al giorno mi veniva il mal di testa. Mi sono sempre piaciuti gli uomini belli, maledetti e stronzi… come del resto piacciono alla maggior parte delle donne”.
E, per concludere, il suo motto negli anni d’oro della sua carriera:
“Non regalatemi fiori ma Cartier. I fiori appassiscono, i gioielli restano, anche quando gli uomini se ne vanno.”
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