Sara Ricci, che ha lavorato insieme a Paolo Calissano in Vivere, è stato intervistata da Fanpage raccontando il loro rapporto:
Dopo avere appreso della morte di Paolo Calissano, hai pubblicato sul tuo profilo Instagram un video in lacrime. Come mai hai deciso di condividere quel momento di sofferenza?
La morte di Paolo, mi ha riportata a quel pezzo di strada fatto insieme. Ho pianto per dolore ma anche per quella parte di me che ho perso con lui. Quello sfogo è stato istintivo. Un mio amico cretino, che verrà depennato, mi ha scritto: “Mi dispiace per il tuo collega, l’ho visto qualche anno fa fuori dalla palestra e non stava proprio in forma”. Dico, ma come ti permetti di dirmi una cosa del genere?
Valeria Fabrizi ha invitato il mondo dello spettacolo a vergognarsi per non avergli teso una mano. È stato davvero emarginato?
Secondo me, i responsabili sono quelli che si sono approfittati di lui e della sua fragilità e che gli davano le sostanze. Il mondo dello spettacolo non è un’opera di mutuo soccorso. Non dico che non ci fosse un minimo di pregiudizio basato su quanto accaduto a Paolo nel 2005, ma non credo ce l’avessero con lui.
La famiglia di Paolo Calissano esclude l’ipotesi del suicidio. Tu come la vedi?
Io e Paolo siamo nella stessa agenzia. Il nostro agente mi ha detto: “Paolo ce la voleva fare”, nel senso che sicuramente non si è voluto suicidare. Secondo me, si è trattato di un mix di farmaci che è risultato fatale, non voleva uccidersi. Aggiungo anche che a volte è molto difficile aiutare chi soffre di depressione. C’è chi mi ha scritto: “Tu dov’eri?”. È brutto da dire, ma non eravamo in contatto, cambiava numero di telefono continuamente, sui social non si trovava. Si voleva isolare.
FONTE FANPAGE
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