Non c’è campo è un film di genere commedia, sentimentale del 2017, diretto da Federico Moccia, con Vanessa Incontrada e Claudia Potenza. Uscita al cinema il 01 novembre 2017. Distribuito da Koch Media.
TRAMA
La professoressa Laura (Vanessa Incontrada), votata al lavoro di insegnante e ispiratrice di giovani menti, organizza per la classe una gita nel borghetto pugliese dove vive e produce l’artista internazionale Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). In compagnia della collega Alessandra (Claudia Potenza), Laura parte a bordo del pullman zeppo di alunni impazienti, tra i quali ci sono anche Francesco (Mirko Trovato), Flavia (Beatrice Arnera) e Valentina (Caterina Biasiol). Giunti a destinazione nel piccolo paese salentino, i ragazzi, assuefatti al tap tap e ai trilli delle notifiche, sono i primi ad accorgersi che laggiù, oh no, Non c’è campo! Anche le adulte sono preoccupate di fronte al black out telematico. Laura non sa come contattare il marito Andrea (Gian Marco Tognazzi) e la figlia Virginia (Eleonora Gaggero) che la aspettano a casa. La stimolante visita culturale di una settimana si preannuncia una difficile prova di astinenza da smartphone, ora accessorio inutile; gli istinti frenati di comunicazione compulsiva scatenano reazioni imprevedibili, segreti inconfessabili e nuovi amori. In un percorso di riscoperta per gli adulti e di formazione per i giovani, la gita sarà per tutti un momento di crescita e di svolta, grazie ad un rapporto senza filtri…
RECENSIONE
Il film supera la solita commedia teen che siamo abituati a vedere nelle sale cinematografiche. La commedia si presenta “on the road”e ci fa tornare indietro (noi intendo noi degli 80-90) al liceo e ai rapporti scolastici che si creano nella classe. Le prime amicizie, i primi amori, le prime litigate…solo che qui il migliore amico di tutti non è una persona ma è un cellulare e quando questo viene tolto, il senso di solitudine arriva all’interno di ognuno dei personaggi. Parlando appunto di essi, nella classe il regista delinea a pieno ogni soggetto presente. Abbiamo la coppia che scoppia, il bullo, lo sfigato, la belloccia e tutto ciò che concerne una classe.
Ogni carattere è diverso, ma ognuno è condizionato dallo smartphone, non può vivere senza, ne è completamente assuefatto, al punto che la sua mancanza crea una vera e propria dipendenza. Il contrasto con un paese completamente abbandonato da Dio dove invece sembra di essere negli 60 rende il film interessante. I vari personaggi sono smarriti, non sono abituati a stare in una realtà naturale, senza tecnologia, e ciò rende il film avvincente.
Altro tema dominante è l’amore e l’amicizia. Il primo è classico, le coppie che iniziano il film in un modo e lo finiscono in un altro, quasi a simboleggiare che bastino 2 giorni a mettere in crisi un amore. Il secondo invece è molto più dominante in quanto abbiamo sia l’amicizia di gruppo ( la classe che si stringe attorno a ognuno dei liceali) e sia quella singola (la più importante) che comporta affetto ma anche litigi e incomprensioni che o rafforzano o fanno morire il rapporto. Le storie non sono solo quelli dei liceali ma anche dei loro professori che trovano nel viaggio la voglia di affrontare i loro problemi sociali e forse ne hanno di più dei teenager.
Il cast è molto ben scelto e di questo facciamo un applauso al regista. La trama per alcuni momenti è superficiale ma in altri delinea a pieno il rapporto tra i protagonisti facendo scattare nello spettatore la voglia di scegliere quale personaggio lo rappresenti di più.
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