Michele Placido ha voluto ricordare, con un’intervista rilasciata al “Corriere della sera”, la sua collega ed amica Monica Vitti, scomparsa nella giornata di ieri a 90 anni, dopo anni di malattia. L’attore fu avvicinato dalla Vitti e da Dacia Maraini al termine di uno spettacolo del Barone rampante. Le due donne gli fecero una proposta cinematografica:
“Ero confuso. ‘Vorrei proseguire con il palcoscenico’, dicevo e Monica: ‘ma che dici? Anch’io vengo dal teatro’. Mi fece telefonare da Ronconi che aveva lavorato con lei. Mi disse fallo, è Monica Vitti, c’è il romanzo di Dacia. Fu la mia salvezza. All’epoca facevo la fame, vivevo in una stanzetta in affitto in via dei Serpenti. Il film ebbe grande successo, passai a una bella pensioncina”
Quella di Monica Vitti fu una “filmografia memorabile”, ma Monica fu per lui anche una grande maestra:
“Mi spiegò cosa era la macchina da presa, la varietà degli obiettivi, lei sapeva tutto. Non solo, mi dava dritte per le battute. Sentirla ridere dietro la macchina da presa mi ha fatto capire che ce l’avevo fatta. Mi ha insegnato a essere spontaneo, non imitare i grandi, cercare la verità dentro di te non nel copione. Impara e metti da parte”.
I due lavorarono insieme nell’ultimo film di Luigi Zampa, “Letti Selvaggi”:
“La scena della seduzione tra me frate e lei suora fa molto ridere”.
Un ricordo commosso quello dell’attore che deve parte della sua carriera proprio alla Vitti che ha creduto in lui e nelle sue capacità di attore quando era ancora un ragazzo:
“Le devo tanto. Insieme ad Anna Magnani e Mariangela Melato è stata la più grande di tutte. Per questo ci tengo a ringraziarla“.
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