Va a processo, insieme ad altre trenta persone, Claudia Rivelli, già star dei fotoromanzi negli anni ’70 e sorella di Ornella Muti. La Procura di Roma ha, infatti, chiesto ed ottenuto il giudizio immediato per le trentotto persone, che lo scorso 27 ottobre vennero arrestate nell’ambito di un’ampia indagine sul traffico di sostanze stupefacenti sintetiche acquistate sul mercato nero del web. Tra loro anche Claudia Rivelli.
Le indagini, portate avanti dai carabinieri del Nas con il coordinamento del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, hanno accertato un fiorente traffico di droghe artificiali – tra le quali anche Gbl, meglio conosciuta come droga dello stupro – che venivano acquistate nel darkweb e fatte arrivare in Italia da diversi paesi esteri. Secondo quanto scrivono i magistrati Claudia Rivelli “illecitamente dall’Olanda con cadenze trimestrali, importava vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione ‘shampoo’ in modo da trarre in inganno la dogana”.
Nell’ordinanza che portò Rivelli ai domiciliari erano citate anche alcune chat tra l’attrice e il figlio: “Pacco arrivato e nascosto”, “fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì“, i messaggi inviati. “Il tenore delle chat WhatsApp e la circostanza che l’indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni – scriveva il gip della Capitale – appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest’ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell’importazione di sostanza nel Regno Unito dove è considerata illegale al pari dell’Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali“.
Il processo è stato fissato per il 12 aprile davanti alla settima sezione penale.
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