Era l’11 febbraio del 2012 quando Whitney Houston veniva trovata senza vita, a soli 48 anni, in una stanza d’albergo a Beverly Hills. Fu un giorno terribile per tutti e per il mondo della musica, privato di una delle più grandi artiste mai esistite, la cui vita, purtroppo, fu irrimediabilmente compromessa da vari problemi che la fecero sprofondare nel vortice della droga e abuso di sostanze.
La morte
La causa del decesso di Witney fu attribuita all’annegamento accidentale nella vasca da bagno in seguito a un’eccessiva assunzione di droghe combinata all’aterosclerosi. L’11 febbraio 2012, l’ex marito Bobby Brown, allarmato per il suo ritardo, chiamò i parenti e amici dell’artista, i quali avrebbero chiesto al personale dell’albergo di entrare nella Suite 434 del Beverly Hilton Hotel, dove alloggiava la Houston, trovandola esanime sott’acqua, nella sua vasca da bagno. I paramedici dell’hotel tentarono subito di rianimarla, ma invano. La causa del decesso non venne subito identificata, ma la polizia locale affermò che “non erano presenti segni di un tentativo di omicidio”.
Dopo oltre un mese, il dipartimento di medicina di Los Angeles dichiarò che la causa della morte fu dovuta a un collasso cardiaco causato probabilmente dal noto e prolungato abuso di droga, farmaci e alcool, tra cui un eccessivo consumo di cocaina e marijuana. L’esame tossicologico evidenziò poi la presenza nel suo corpo di difenidramina, alprazolam, cannabis e vari farmaci antidepressivi, che comunque “non hanno contribuito alla morte”, archiviata come “accidentale”. Anni dopo, invece, si è formulata l’ipotesi di “annegamento”, poiché la Houston era completamente sott’acqua, dovuto a un possibile infarto causato dai farmaci.
I funerali
I funerali di Whitney Houston si svolsero il 18 febbraio 2012 nella chiesa battista di Newark, in New Jersey, dove l’artista aveva incominciato a cantare nel coro gospel. Alla cerimonia furono presenti circa 1.500 persone, tra cui molte star dello spettacolo: Kevin Costner, che l’ha ricordata in un bellissimo discorso, Elton John, Alicia Keys, Stevie Wonder, Mary J. Blige, Roberta Flack, Mariah Carey, Chaka Khan, Brandy, Beyoncé, Oprah Winfrey e la cugina di Whitney, Dionne Warwick. In chiesa c’era anche Jesse Jackson, mentre Aretha Franklin fu costretta a rinunciare per problemi di salute.
Tra gli invitati vi era anche l’ex marito della cantante, Bobby Brown, che però decise di abbandonare in anticipo la cerimonia per il troppo dolore.
Il discorso di Kevin Costner
Ai funerali di Whitney, Costner fu protagonista di un bellissimo discorso nel quale ha raccontato diversi aneddoti sulla loro collaborazione nel fortunatissimo film The Bodyguard. Tra questi, il provino della Houston, durante il quale era nervosissima.
Per la prima volta vidi insinuarsi in lei il dubbio di non essere in grado di sostenere qualcosa. Il giorno del suo provino mi presentai alla sua roulotte, dopo che le ebbero sistemato il trucco e i capelli. Aveva paura. La pop star più grande al mondo non era sicura di essere all’altezza. Non si sentiva pronta. C’erano mille cose che le sembravano non andar bene. Le strinsi la mano e le dissi che era bellissima. Le dissi che le sarei stato accanto lungo tutto il percorso. Avrei voluto dirle che il gioco era truccato, che non mi importava come sarebbe andato il provino e che avrebbe anche potuto cadere per terra e cominciare a parlare arabo: in qualche modo sarei riuscito a spiegare che si trattava di una straordinaria scelta recitativa. Ma non sarebbe stato corretto nei confronti di Lawrence Kasdan, della Warner Bros. ma anche della stessa Whitney.
Lei assimilò le mie parole e mi chiese di essere lasciata sola per qualche minuto. Ero convinto che stesse pregando. Dopo circa 20 minuti uscì. Non riuscimmo a farle dire neanche quattro righe che dovemmo fermare tutto: spegnemmo le luci e io accompagnai Whitney di nuovo al suo camerino. Voleva sapere che cosa era andato storto. Le chiesi che cosa avesse fatto in quei 20 minuti, lei mi rispose “Niente…” Così la girai e le dissi di guardarsi allo specchio. Rimase con il fiato sospeso. Il suo trucco era disfatto, aveva il viso colato, era tutta rovinata. Mi disse che non era soddisfatta del trucco che le avevano applicato, quindi se l’era tolto e si era messo quello che di solito indossava nei suoi video. Ma quel tipo di trucco era molto più pesante, dunque si era sciolto sotto le caldissime luci del set. Mi chiese se qualcuno l’avesse vista. Sembrava così piccola e triste in quel momento. Mi disse: “Volevo solo apparire al meglio.“
La morte della figlia, Bobbi Kristina Brown
Nel 2015, appena tre anni dopo la morte di Whitney, come per uno scherzo del destino, la stessa tragica sorte toccò alla figlia Bobbi Kristina, trovata incosciente come la mamma in una vasca da bagno, intossicata dalle droghe. La giovane morì a soli 22 anni, dopo sei mesi di coma. Pagò il prezzo sia della fama dei suoi genitori sia dei loro problemi di droga oltre allo stato mentale precario per la perdita della madre.
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