Ospite a “Domenica In” per presentare il suo documentario su Gigi Proietti, Edoardo Leo racconta di come sia nato il progetto e di come lo abbia proposto a Proietti:
“Quando gliel’ho chiesto mi ha detto ‘Un documentario su di me e perché?’ Era un esempio per tutti noi che ci chiamiamo colleghi, ma quando guardavamo lui lo potevamo solo ammirare. Pensava di non meritarlo e mi ha detto ‘Cominciamo e poi vediamo… Non credo di avere la tempra del divo'”.
Il documentario Leo lo ha terminato proprio quando Proietti è scomparso, chiedendo il permesso di andare avanti alla famiglia di Gigi:
“Gli avevo fatto vedere i primi 10 minuti e mi aveva detto che andava bene. Vedere la gente che ride e si emoziona guardando il film è bellissimo da una parte, ma dall’altra mi dispiace perché avrei voluto che lui lo guardasse”.
Nel rivedere l’omaggio a Gigi Proietti, Edoardo Leo ha commentato:
“E’ difficile, ma Gigi sta qui, sta qui con noi, avrebbe potuto regalarci tanto ma ci ha lasciato più di quello che noi immaginiamo. Negli ultimi anni è stato accostato troppo spesso alla figura di comico ma era un uomo di grande cultura. Lui non era solo un comico, ha aperto teatri, ha fatto entrare gratis tutti gli studenti.”
L’attore ha, poi, ricordato il giorno della scomparsa di Proietti e il tributo che lesse il giorno del suo funerale:
“Io ho fatto molta fatica quel giorno. Nonostante io rappresentassi in quel momento una categoria per dare questo ultimo saluto a Gigi. Avevamo pensato di scrivergli una lettera per i suoi 80 anni per ringraziarlo, perchè ha portato il professionismo ai massimi livelli. Quella lettera era uno grazie ed era ciò che abbiamo letto quel giorno quando se n’è andato. Molti di noi hanno iniziato pensando: ‘ vorrei essere come lui’, nessuno ci è mai riuscito e nessuno ci riuscirà mai, ma ci ha ispirato.”
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