In una lunga intervista al “Corriere della Sera”, Massimo Lopez racconta la sua carriera oggi, passando naturalmente per il Trio, del quale ha fatto parte insieme ad Anna Marchesini e Tullio Solenghi. Della Marchesini ricorda:
“Anna era straordinaria, perché sapeva inchiodare ogni forma di stereotipo rovesciandone la forza con autoironia, genialità. Mi manca molto.”
Per quanto riguarda l’amico Tullio Solenghi con il quale condivide ancora il palco:
“Per me è un fratello. Anzi, di più: è il nonno che non ho mai avuto. E’ una delle gag che facciamo da tempo. Tullio non è solo un amico, per me è una protezione. Con lui e Annac’era una familiarità che negli anni è diventata affetto profondo, legame vero.”
L’affetto del pubblico non gli è mai mancato. A tal proposito racconta un aneddoto che riguarda i tempi in cui girò lo spot con il celebre slogan “Una telefonata allunga la vita”:
“La scena era questa: io in un fortino, davanti al plotone di esecuzione, che (come ultimo desiderio) chiedo di poter fare una telefonata. Ma una telefonata che va avanti per giorni, mesi, anni. Lo sa che mi scrissero tante persone preoccupate per il mio destino, vedendomi davanti a un plotone?”.
E alla domanda sulla felicità, Lopez si lascia andare al racconto di un momento difficile:
“Come vivo la felicità? Cercando di riconoscerla. Ho avuto due infarti, uno ‘di dominio pubblico’, perché avvenuto nel 2017 mentre ero sul palcoscenico, un altro invece avvenuto qualche mese fa e del quale sto parlando adesso per la prima volta. Peraltro il secondo è stato ancora più drammatico, perché ero in treno e ho viaggiato tre ore con un attacco di cuore in corso, ho rischiato seriamente”
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