In una lunga intervista concessa a “Sette del Corriere della Sera”, che gli dedica la copertina, Kim Rossi Stuart si lascia andare a diverse confessioni inedite, in particolare sul rapporto con la famiglia e la scelta di lasciare casa giovanissimo, a soli 14 anni, per andare a studiare a Roma:
“Eravamo senza una lira. Aprivo il frigo ed era vuoto, qualcosa mi dovevo inventare. Ho cominciato a lavorare subito. Prima sono stato un po’ ospite su qualche divano di amico e poi ho cominciato ad affittare un appartamento, avevo 16 anni”.
La svolta arriva nel ’93 con il suo primo film importante e la morte del padre:
“La perdita di un padre è chiaro che è un passaggio abbastanza forte da vivere. Avevo 23 anni. Ma diciamo che infanzia e adolescenza per me sono state un periodo incredibilmente faticoso. Fino ai 27 anni è stato come avere un blocco dentro. Di angoscia”.
L’attore si lascia, poi, andare al racconto della scoperta della fede, che lo ha portato recentemente in pellegrinaggio a Medjugorje:
“Sono nato in un contesto davvero agli antipodi del cristianesimo. Fino all’eccesso. Un contesto ostile e critico verso la Chiesa, ai limiti dell’anticlericalismo. Sono andato a Medjugorje anche per questo. Per comprendere il cristianesimo e i suoi temi. Credo che nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo più sagge in cui mi sia mai imbattuto. Istruzioni per vivere, per stare in questo mondo”.
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