Intervistato da “Il Gazzettino”, Luca Barbarossa racconta i primi anni della sua carriera, di quando fu equivocato e di quando aveva difficoltà a pagare l’affitto:
“A volte. Da giovane, quando arrivai primo in classifica, la discografia voleva trasformarmi nel nuovo Miguel Bosé quando io sognavo di fare Bob Dylan. Fare l’idolo delle ragazzine non era roba per me. Infatti non andavamo tanto d’accordo, io e i discografici. Fra l’81 e l’86, dopo il primo Sanremo, le cose non giravano benissimo e con i soldi stentavo a pagare l’affitto. È stata dura, ma la passione aiuta sempre”.
La musica, la radio e il mestiere d’attore, Barbarossa confessa che anni fa gli fu proposto un ruolo in tv, quello di Lele in Un medico in famiglia:
“Rifiutai cortesemente. E non ha idea di quante altre offerte mi siano arrivate in tutti questi anni. Ma recitare non è il mio mestiere, a stento riesco a fare me stesso. E poi amo troppo il cinema. Io al massimo potrei scrivere qualcosa per il cinema”.
E se si parla di pregiudizi, il cantante racconta:
“Grazie alla radio, meglio di prima. Il mio è un ambiente dove ci si conosce superficialmente. Ci si incontra, ci si saluta, vediamoci… Con il Social Club ho avuto la possibilità di conoscere meglio tanti colleghi”.
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