Ospite di “Oggi è un altro giorno”, Gazebo, alias Paul Mazzolini, nato a Beirut, poi trasferitosi ad Amman racconta l’esperienza della guerra dei 6 giorni:
“Fu un periodo strano. I figli dei diplomatici vivono solitamente in una specie di bolla, ma noi avevamo questa casa vicino all’aeroporto e le bombe scoppiavano. La guerra è tutto ciò che la precede e tutto ciò che la segue. Fu un bel trauma, tanto che mia madre propose a mio padre nel 1968 di vivere in un posto più tranquillo, Copenaghen, che era esattamente il contrario del posto che ci lasciavamo alle spalle”.
Quando arrivarono a Copenaghen, trovarono numerosi hippie americani, anche a scuola:
“In classe non c’erano distinzioni d’età e di sesso, ma neppure di razze… Avevamo cani, gatti, topi! C’erano poi gli strumenti e chi non voleva seguire la lezione poteva prenderli e uscire fuori dall’aula”.
Il cantante, diventato famoso con la canzone “I like Chopin”, racconta:
“Ho sempre pensato che un giorno mi daranno un premio per avere fatto aumentare la popolazione italiana negli anni Ottanta con le mie canzoni d’amore. ‘I like Chopin’ nasce perché si ballava il lento e in quel periodo mi sono buttato: stavo leggendo all’università le traduzioni di Charles Baudelaire fatte da Edgar Allan Poe. Così, mi sono immaginato una poesia di Baudelaire in grado di collegare i sensi e, contemporaneamente, Chopin e la sua partner insieme in un parco di Parigi, immortalati da qualche pittore impressionista”.
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