Giorgio Panariello tornerà in scena a partire da domani, 26 ottobre, al Teatro Verdi di Firenze con lo spettacolo «Favola mia», da lui scritto e diretto. Intervistato dal Corriere della Sera, l’attore fiorentino ha descritto così il progetto:
«È il racconto della mia vita, personale e professionale. Una chiacchierata col pubblico, per svelare chi è il Giorgio dietro al Panariello. Per questo l’ho intitolato come la canzone di Renato Zero, al quale rendo un doveroso omaggio, dove c’è una frase che dice: dietro questa maschera c’è un uomo…».
E a proposito di Renato Zero, Panariello racconta di come inizialmente le sue imitazioni non furono viste di buon occhio
«Una volta, quando ancora non ero molto noto, andò in farmacia a Roma. Una signora lo avvicina e gli chiede: scusi, ma lei è Renato Zero? Lui risponde sì, sono io. E la signora ribatte: mi saluti tanto Panariello! Ci rimase un po’ male? Un’altra volta, anni dopo, lo imitai talmente bene in una finta intervista organizzata con Pieraccioni, che quando Renato la vide in tv, c’è cascato pure lui! Telefonò al fratello, chiedendogli: ma quando l’abbiamo fatta ‘st’intervista?».
Interpellato sulla sua amicizia con Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti, il comico risponde scherzoso:
«È proprio necessario parlare di quei due anziani? — ride — Abbiamo caratteri diversi, per questo siamo compatibili, i contrari si attraggono. Leonardo è pigro, vive nel suo eremo sulle colline fiorentine. Carlo è tutto casa e bottega: quando va a lavoro timbra il cartellino come gli statali».
«Con Carlo impossibile litigare. Con Leonardo, una volta litigammo di brutto, sull’impostazione di uno spettacolo. Aveva ragione lui e ci siamo riavvicinati ancora di più».
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