Il film
anche noto come Mad Max 3 – Oltre la sfera del tuono, uscì nel 1985, diretto da George Miller e George Ogilvie. Sequel di Interceptor – Il guerriero della strada (1981), è il terzo film della serie di Mad Max, ambientata in un futuro distopico postapocalittico. È seguito da Mad Max: Fury Road (2015). Mad Max – Oltre la sfera del tuono fu il primo film della serie a non essere prodotto da Byron Kennedy, rimasto ucciso in un incidente in elicottero nel 1983, quando il film era ancora in fase di preproduzione. Il film è dedicato alla sua memoria.
La trama
Dalle ceneri della grande distruzione ritorna “Mad” Max Rockatansky, l’ex-poliziotto ed eroico guerriero che salvò un villaggio di civili dalla furia degli Humungus, ora privo della fedele V8 Interceptor andata distrutta nell’episodio precedente. Mentre vaga nel deserto, Max viene aggredito dal pilota d’aeroplano Jedediah, che con un sotterfugio lo deruba della sua carovana. Max lo insegue sino a Bartertown, corrotta città in mezzo al deserto dove Jedediah ha barattato la merce rubata, e ottiene un accordo con la sua regina, Aunty Entity; se egli ucciderà Blaster, un guerriero mascherato alle dipendenze di Master, che dirige la centrale elettrica della città, riceverà una grandissima ricompensa. Master è un anziano nano ed è l’unico in grado di gestire la centrale, che funziona grazie al metano prodotto dallo sterco dei maiali, e finché c’è Blaster a proteggerlo può sfruttare la situazione per spadroneggiare. Seguendo la legge e il volere di Aunty, egli lo provoca in città e fa scaturire una lite che andrà risolta nel Thunderdome (la “sfera del tuono” del titolo italiano), un’arena in cui i due “imputati” devono combattere con armi lì presenti all’insegna del motto “Due combattono, uno vive”…
il signore delle mosche
Il film non era originariamente un film di “Mad Max”, ma un film post-apocalittico in stile “Il Signore delle Mosche” (il romanzo di William Golding) su una tribù di bambini che vengono trovati da un adulto. È diventato il terzo film di Mad Max quando George Miller ha suggerito che fosse Max l’uomo che trova i bambini. Il film fa anche riferimento ad un romanzo di Russell Hoban intitolato “Riddley Walker” su un eroe che viaggia in un’Inghilterra post-apocalittica.
Tina Turner
Il personaggio di Tina Turner è indicato come Aunty Entity, ma in nessun punto del film qualcuno la chiama così. Viene sempre e solo definita Aunty. Tina Turner ha dovuto radersi la testa perché la parrucca si adattasse correttamente. Secondo quanto riferito non ha avuto problemi nel farlo. L’American Film Institute ha candidato We Don’t Need Another Hero (la colonna sonora del film cantata proprio da Tina) come una delle migliori cento canzoni del secolo. In più lo script prevedeva che Aunty Entity guidasse un veicolo. Tutti i veicoli erano stati costruiti utilizzando cambi manuali, che Tina Turner non era in grado di guidare, quindi è stato necessario costruire un’auto dotata di cambio automatico.
Le scene tagliate
Dal film sono state tagliate due scene per ridurne la durata. Nel primo, Max sogna la moglie e il figlio assassinati, si sveglia, piange e si rende conto di essere diventato tanto brutale quanto gli animali che cacciava da poliziotto (la scena cancellata era nella romanzo di Joan D. Vinge ma le riprese della scena cancellata sono mancanti). L’altra vede Max portare un Gekko morente sulla cima di una duna di sabbia di notte da cui si vedono le luci di Bartertown, dicendogli che hanno raggiunto la “Città del domani”. Alcuni secondi di questa scena sono inclusi nel video musicale di “We Don’t Need Another Hero” di Tina Turner.
La tempesta di sabbia
La tempesta di sabbia alla fine del film era reale, e un aereo munito di macchina da presa vi è volato sopra per alcune riprese. La tempesta, nella sua interezza, colpì la troupe nel mezzo del deserto, costringendoli a fuggire nelle loro macchine e ovunque potessero trovare riparo.
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