In una recente intervista con il magazine GQ, Cameron ha ricordato il momento in cui dovevano essere scelti i protagonisti. Il regista spiega che non era inizialmente convinto di voler vedere Kate Winslet, che nel frattempo veniva chiamata “Corset Kate” per aver girato più di un film storico in cui il corsetto era un imprescendibile pezzo dell’abbigliamento femminile. Quando la incontrò però rimase folgorato dal suo carisma. E, in quanto a carisma, anche questo ragazzo di nome Leonardo ne aveva parecchio, come già sapeva bene chi aveva lavorato con lui. Cameron lo capì quando, al primo incontro con il biondo californiano, la stanza si riempì di donne della troupe che volevano vederlo, inclusa la contabile che non aveva un motivo per essere lì.
Dopo quel primo meeting, il giovane Leonardo DiCaprio, che da un po’ di tempo si stava facendo un’ottima reputazione artistica con film quali Buon compleanno Mr Grape, Poeti dall’inferno, Romeo + Giulietta e La stanza di Marvin, fu convocato un paio di giorni più tardi per un cosiddetto screen test, un provino insieme alla sua potenziale partner di scena Kate Winslet. Il regista così racconta:
“Fu molto divertente perché io ero seduto nella mia sala conferenze in attesa di incontrare l’attore, no? E mi guardo intorno e noto che le donne dell’ufficio, tutte le donne della produzione, erano a quella riunione. Stava arrivando Leo, capite? Erano tutte lì, chissà come mai. C’era anche la nostra commercialista! Perché era a quella riunione, cosa era venuta a fare? A cosa ci poteva servire una commercialista? Insomma, tutte volevano incontrare Leo. L’aria era isterica. Mi sono guardato intorno e ho pensato: ‘Okay, direi che è il Jack perfetto’“.
Qualcosa però andò storto all’improvviso: Cameron infatti organizzò un secondo incontro, questa volta per mettere alla prova Leonardo DiCaprio di fronte a Kate Winslet, e vedere se ‘scattava la scintilla‘ della chimica. Tuttavia, durante quella riunione DiCaprio si rifiutò di fare le prove: “‘Oh no, io non faccio prove’, mi disse a un certo punto“, ha ricordato Cameron, ridendosela. “‘Ah tu non fai le prove eh?’, gli dissi. ‘Okay, va bene’. Gli presi la mano e gliela strinsi forte. ‘Beh è stato bello conoscerti, quella è la porta: arrivederci!‘ E gli feci cenno di andare, era libero. ‘Aspetta, aspetta, aspetta’ mi fa allora lui. ‘Vuoi dire che, se non leggo, non ottengo la parte?’ Proprio così, gli dico io.“
Il regista ha raccontato che, a quel punto, prese da parte DiCaprio e gli spiegò che Titanic gli avrebbe portato via due anni della sua vita: l’attore nel frattempo avrebbe potuto fare altri cinque film, ma il regista avrebbe continuato a lavorare al film per tanto tempo, dalla post-produzione al modellino della nave, prima e dopo la fine delle riprese. “Quindi, gli dissi, non ho alcuna intenzione di rovinare tutto. Non posso prendere la decisione sbagliata nel casting, per questo o farai il provino oppure non otterrai la parte“. Alla fine, l’attore si arrese: “Era a dir poco contrariato, riuscivo a capirlo dall’atteggiamento del suo corpo: ma quando ho detto azione, Leo si è trasformato in Jack e Kate si è illuminata. E’ stato un momento magico, come quando nei film le nuvole scure si aprono per rivelare un raggio di sole, e quel raggio di sole aveva illuminato il mio Jack. Dissi: ‘Okay, è lui.'”
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