Intervistata da “La Stampa”, Barbara D’Urso ricorda Silvio Berlusconi e racconta quando negli anni ’70 a TeleMilano58 si iniziavano a fare sperimentazioni per quella che sarebbe stata Mediaset:
“Eravamo io, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Diego Abatantuono, Claudio Lippi e Patricia Pilcher. Un’avventura meravigliosa. A Milano 2, sotto l’Hotel Jolly. Berlusconi veniva tutte le sere. Voleva sapere che cosa stavamo facendo e che cosa avremmo detto. Aveva un’energia incredibile. E la trasmetteva a tutti. Eravamo orgogliosi di far parte di quel progetto. Eravamo agli inizi di una tv sperimentale. Partecipavo a una trasmissione con Claudio Lippi, ero nel cast di Goal e facevo anche l’annunciatrice. Eravamo dentro a un’avventura che avrebbe portato alla nascita di Mediaset”.
La conduttrice, inoltre, spiega ciò che ha imparato da Berlusconi:
“La dedizione assoluta per il lavoro. L’attenzione per i dettagli. Io sono una maniaca del controllo. Proprio come lo era Silvio. Innamorato pazzo del suo lavoro, da sempre e per sempre. Anche negli ultimi mesi gli capitava di chiamare se durante un programma in prima serata vedeva qualcuno che gli sembrava vestito in maniera poco adatta”.
E pensando al futuro di Mediaset aggiunge:
“Non so cosa cambierà per Mediaset. Non ne ho proprio idea. Non me la sono chiesta. La notizia della morte di Silvio è stata violenta e improvvisa. Sapevo ovviamente del ricovero, ma non potevo immaginare quello che è successo. Si è chiusa un’era e siamo tutti molto tristi. Per me è venuto a mancare un punto di riferimento fondamentale”.
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