Questa mattina è stata abbattuta la casa di Davide Marotta. La casa del noto attore, affetto da nanismo – interprete tra le altre cose del famoso spot “Ciribiribì Kodak” e con all’attivo una lunga carriera cinematografica e teatrale – è stata rasa al suolo all’alba di oggi: dopo 23 anni dalla sentenza di demolizione. Nei giorni scorsi la vicenda ha trovato grande spazio anche nella cronaca nazionale. Marotta, che viveva in quella casa con la mamma 90enne – disabile – e il fratello, aveva lanciato un accorato appello e presentato ricorso contro la decisione. Ma tutto è stato inutile.
Sull’abitazione, un ex rudere dell’Ottocento, pendeva una sentenza di demolizione della Procura della Repubblica di Napoli del 1999. Nel 2022 Marotta aveva vinto il ricorso al Tar, ottenendo la sospensione del diniego del Comune al condono, ma la l’iter per l’abbattimento è andato avanti fino alla mattina di oggi, quando è stata eseguita la demolizione. Marotta si era appellato anche alla Convenzione Europea che tutela il diritto inalienabile al domicilio e sabato aveva consegnato le chiavi dell’abitazione alle forze dell’ordine.
Sulla vicenda è intervenuto anche Severino Nappi che, sui social, scrive: “Questa è la casa di Davide Marotta che viene abbattuta. Mandare per strada un’intera famiglia, con un’anziana disabile di quasi 90 anni, non è giustizia. Questa è una giustizia sorda al buonsenso, senza flessibilità, senza ragione. Non ci fermeremo. La nostra battaglia continua”.
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