È morto a 79 anni, nella sua casa di Albenga (Savona), Gianni Pettenati, cantante reso celebre negli anni ’60 dalla hit Bandiera Gialla. L’annuncio della sua morte, avvenuta nella notte tra il 22 e il 23 febbraio, è stato dato dalla figlia Maria Laura con un post sui social: “Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l’amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l’adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata“.

Nel 1966 incise Bandiera gialla (Alberto Testa – Nisa – Steve Duboff – Artie Kernfeld), versione italiana di The Pied Piper del gruppo pop inglese Crispian St. Peters. Nello stesso anno anche Patty Pravo incise il brano in lingua originale, come lato B del singolo Ragazzo Triste per la promozione del locale Piper club di Roma.

L’anno successivo partecipò al Festival di Sanremo con La rivoluzione, a Un disco per l’estate con Io credo in te, al Cantagiro con Un cavallo nella testa (scritta da Paolo Conte) e a Scala reale in squadra con il vincitore di quell’anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino. Nel 1968 insieme con Antoine entrò in finale al Festival di Sanremo con La tramontana. Seguirono altri brani come Caldo caldoCin cin e I tuoi capricci.

Critico musicale, fu anche autore di romanzi, testi teatrali e libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui Quelli eran giorni – 30 anni di canzoni italiane, scritto insieme con Red Ronnie (Edizioni Ricordi), Gli anni ’60 in America (Edizioni Virgilio), Mina come sono (Edizioni Virgilio), Io Renato Zero (Edizioni Virgilio) e Alice se ne va (Edizioni Asefi).