Nel 1997 arrivava nelle sale quello che sarà uno degli ultimi grandi action hollywoodiani degli anni novanta: Air Force One. Diretto da Wolfgang Petersen, nel film vanta, tra gli attori protagonisti, Harrison Ford, Gary Oldman e Glenn Close.
Il film
Il presidente degli Stati Uniti d’America James Marshall (Ford) e la sua famiglia sono in viaggio sull’aereo presidenziale, l’Air Force One, insieme ad alcuni componenti dello staff presidenziale. Non sanno, però, che un gruppo di terroristi kazaki guidati da Egor Korshunov (Oldman), si sono imbarcati segretamente. Questi ultimi hanno come fine la liberazione del dittatore del loro paese, il generale Ivan Radek, catturato dalla Delta Force e dalla Specnaz e tenuto prigioniero nelle carceri russe. Tutti i passeggeri vengono dunque presi in ostaggio dai terroristi. Il presidente riesce a nascondersi nel vano bagagli e da lì cercherà di combattere i dirottatori che intanto hanno richiesto a Washington che il loro capo venga liberato.
Gary “scary” Oldman
Nel 1997, quando venne girato il film, Gary Oldman vantava già una grande carriera alle spalle, grazie ad interpretazioni molto acclamate come quelle in Dracula di Bram Stoker, Léon e Il quinto elemento. Nei panni dello spietato kamikaze kazako che tenta di uccidere il Presidente nell’Air Force One non è affatto da meno. Pensate che la sua performance gli è valsa il soprannome di “Scary Gary” sul set per quanto spaventosamente dentro fosse nel personaggio, anche se a telecamere spente il clima era ben diverso, con lo stesso regista Wolfgang Petersen che ha definito l’esperienza delle riprese “Air Force Fun” grazie al clima goliardico che si era creato tra Gary Oldman e Harrison Ford, molto amici. L’interprete di Indiana Jones definì il collega in alcune interviste “la sua nemesi preferita” sullo schermo.
Uomini duri
Un altro fatto curioso tra i due riguarda le scene di lotta: a quanto pare i due attori non finsero il combattimento, ma si presero realmente a botte. Ford diede il permesso a Oldman di colpirlo, con l’attore inglese che fu ben attento a non colpire il suo naso e la sua mandibola, le parti più delicate. Insomma, un coraggio degno di Indiana Jones!
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