Intervistato dal “Corriere” mentre si trova a Zagabria, dalla figlia Cristel e i suoi nipoti, Al Bano racconta di come, nonostante il grande successo all’estero, abbia deciso di rimanere nella sua terra:
“Sapesse quante volte mi hanno proposto di trasferirmi all’estero. Stati Uniti, Parigi, Monte Carlo. Ma io ho investito tanto nella mia terra. Se avessi investito a Milano tutto quello che ho investito in Puglia oggi sarei più o meno come Elon Musk, visti i prezzi delle case”.
La scia di successi lo ha portato a conoscere celebrità in giro per il mondo, fino ad avere anche alcuni problemi legali con esse. Ad esempio, nel 1992, il cantautore fece causa a Michael Jackson per plagio:
“In tribunale ci accordammo, avremmo dovuto fare un concerto insieme per beneficenza ma morì prima. Di lui, però, ho un ricordo indelebile: in una intervista al Corriere della Sera mi chiamò “Il maestro Al Bano”. Era un uomo gentile”.
La guerra ricorre spesso nei testi di Al Bano, proprio perché si tratta di un tema che sin dall’infanzia lo ha coinvolto:
“Quando vidi mio padre per la prima volta. Avevo due anni e lui tornava dalla guerra. Mi ci volle un po’ per abituarmi a chiamarlo “papà”. Troppo dolore in tutto il mondo. Ma quando si tratta di trovare i soldi per le armi, tutti sono pronti”.
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