La truffa ai danni di Al Bano Carrisi finisce in tribunale. I fatti risalgono al 2018 ma ora arriva la notizia che il prossimo maggio prenderà il via il processo, con rito abbreviato, nei confronti dell’uomo accusato di essere ilresponsabile della truffa. Tutto cominciò, secondo quanto ricostruito e riportato dal “Messaggero”, da una mail che arrivò nella sede dell’enoteca di Al Bano Carrisi: in quella comunicazione c’era la richiesta di un ordine di diverse bottiglie di vino per conto di una terza persona che non è stata mai identificata. Un paio di giorni dopo, era arrivata una seconda mail con copia del bonifico di 2.538 euro eseguito tramite una banca con sede a Las Palmas, nelle Canarie. Lo stesso pomeriggio arrivarono nella tenuta di Cellino San Marco due uomini, che caricarono le 30 casse di vino su un furgone e poi se ne andarono.
Poi la scoperta: il bonifico non è mai arrivato. Così, Al Bano in persona si recò in caserma per denunciare la truffa. Il carico fu intercettato dai militari della Guardia di Finanza, ma non tutto. Fu restituito ad Al Bano Carrisi che decise di sporgere formale denuncia. Le indagini, come riportato dal “Messaggero”, sono andate avanti. C’è stato un decreto di citazione diretta a giudizio da parte del procuratore aggiunto di Brindisi, Antonio Negro. Per questa vicenda è finito sotto processo un 32enne di Oria, Francesco Vagali, che avrebbe agito in concorso con un’altra persona.
Nel corso della prima udienza, l’imputato ha chiesto di essere processato con rito abbreviato, per questo il processo è stato rinviato a maggio, quando ci sarà la discussione e la sentenza. Non è la prima disavventura per Al Bano che nei giorni scorsi è stato vittima di un’incursione nella sua tenuta agricola a Cellino San Marco: i ladri hanno sradicato dai vigneti 240 pali in ottone.
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