Alba Parietti è stata intervistata da Corriere.it dove ha raccontato alcuni aneddoti sul suo passato e ha anche svelato alcuni piani futuri. Ecco un estratto:
Anni Ottanta.
«Fingo di passare per caso davanti alla sede Rai di Torino vestita di leopardo, con i capelli cotonati con il frisè, non sembro una che ha studiato dalle orsoline con Marco Travaglio. Attiro l’attenzione e Jerry Calà mi chiede il numero di telefono. Un giorno chiama a casa e mi invita a raggiungerlo con I Gatti di Vicolo Miracoli e conosco Franco Oppini, che diventerà mio marito e il padre di mio figlio Francesco. Da lì vengo catapultata in un mondo diverso, comincio a lavorare nelle tv private, faccio la valletta di Amanda Lear, per me una dea…».
Anni Novanta.
«Tutto quello che non potevo neanche immaginare si avvera. Sono seduta sullo sgabello di Galagoal a Telemontecarlo, un’intuizione di Ricardo Pereira, e da lì stravolgo la messa cantata del calcio maschile. Ho una gran faccia tosta, ostento una sicurezza che mette a disagio gli uomini, ma sono preparata, mi aiutano dalla redazione e studio tanto. Da quel momento tutti si accorgono di me, Rai, Mediaset, mi chiamano Berlusconi, Agnelli, vengono in trasmissione Maradona e Pelè, scrivono di me il New Yorker, Le Figaro…».
Merito anche delle gambe accavallate sul famoso sgabello. Più di lei solo Sharon Stone.
«Ma lei è arrivata dopo. Quel gesto rappresentava consapevolezza e distacco. Distraevo il pubblico con le gambe, ma poi lo tenevo inchiodato con le argomentazioni. Certo, c’era anche un po’ di narcisismo. Pensare che quello sgabello serviva a tutto: trucco, telegiornale, trasmissione. Chissà che fine ha fatto».
Che cosa l’ha fatta guadagnare di più?
«Ah beh, gli anni Novanta furono un pozzo di guadagno incredibile. Dopo Galagoal cominciarono a offrirmi 35 milioni a puntata, qualunque cosa facessi. Firmai un contratto con la Ip per un miliardo. È vero che come ho già raccontato rinunciai ai 9 miliardi che mi offriva Berlusconi per lavorare tre anni a Mediaset, ma forse ne guadagnavo due l’anno».
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