In un’intervista molto sincera a “Il Messaggero”, Alberto Angela racconta il suo ruolo di divulgatore scientifico e del suo futuro:
“Il mio futuro in Rai? Finché posso, vorrei continuare qui perché la divulgazione deve essere pubblica, ma se la Rai mi mette in condizione di non lavorare al meglio, o ha dei dubbi, io vado altrove”
Oggi l’eredità di Superquark è nelle sue mani ma quel brand resterà per sempre solo legato al padre. Per questo riparte da Noos – L’avventura della conoscenza:
“Ho messo in pausa Meraviglie e con i vecchi e nuovi autori ci siamo messi al lavoro: ci saranno novità ma il format resta la stesso. Spazio a documentari, servizi e rubriche su alimentazione, tecnologia, spazio, archeologia e geopolitica… di cui nessuno parla. La tv deve nutrire i cervelli non addormentarli”.
E sul rapporto con la Rai, Angela spiega di non essere un dipendente e di non avere una società di produzione:
“Sono un consulente che non è legato alla Rai con un contratto di sangue. Se l’azienda vuole, ci sono e ci sarò. Sono un professionista che lavora per la Rai ormai da trent’anni, ma succede anche nel calcio: c’è il bomber che gioca per una vita nella stessa squadra e poi se ne va”.
In futuro, quindi, non esclude dunque di poter lavorare altrove e precisa di non guadagnare quanto un calciatore né quanto Amadeus:
“Meno. E non ho gli sponsor. Di sicuro, se lavorassi con i privati, potrei guadagnare molto di più, anche dieci volte di più. La conoscenza però, deve essere divisa con tutti, come il pane, e per me la migliore tavola è il servizio pubblico”.
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