Ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”, Alvaro Vitali ha raccontato la parabola vissuta nella sua vita. L’attore è diventato celebre con la saga di film dedicati a “Pierino” e alle sue avventure:
“Nella vita sono stato davvero Pierino, già da piccolo nel quartiere dove sono nato, a Trastevere, facevo tanti dispetti. Mia mamma mi portava in collegio, io entravo dalla porta principale e uscivo da quella posteriore, andava a prendere l’uva nei capi e la vendevo. Usavo la fionda per divertirmi a rompere i vetri… A otto anni ho fatto fagotto e me ne sono andato a vivere a casa di mia nonna perché non sopportavo più il controllo di mia madre. Dovevo rimanere un mese e invece sono rimasto fino a 34 anni”.
L’attore ricorda con amarezza di quanto sia stato popolare e poi all’improvviso il nulla:
“Ho girato 150 film, lavorando con registi come Fellini, Dino Risi, Polanski e Monicelli. All’inizio facevo elettricista, poi mi ha chiamato una produzione di Dino Risi che doveva fare un film, ‘Mordi e fuggi’, in cui dovevo interpretare un giornalista. Da lì è cambiata la mia vita, mi hanno dato 500mila lire e a qual punto ho deciso di fare cinema. Ho fatto 4 film con Pierino, poi tante commedie sexy. Circa 5 film l’anno, ma non sono diventato ricco. Distribuzione e produzione mi stipendiavano mensilmente e in questo modo non si guadagna poi molto. Ho comprato la mia casa, poi delle macchine che sono la mia passione, la cambiavo ogni tre mesi. Poi il telefonino ha smesso di squillare, mi sono sentito escluso dal cinema, non volevo sentire e vedere più nessuno”.
Quindi è intervenuta la moglie Stefania Corona:
“Quando ci siamo incontrati Alvaro stava vivendo un periodo di depressione. Aveva girato un film su Pierino che poi non è mai uscito e l’aveva visto come la fine della carriera. Io l’ho spinto a rialzarsi. Lo scuotevo, gli agenti ci chiamavano e l’ho costretto a impegnarsi di nuovo”.
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