Anna Oxa è stata intervistata sul Corriere.it in cui ha avuto modo di raccontare la sua carriera passata e i suoi progetti futuri. Vicina a compiere i 60 anni, la grande cantante sembra essere sparita dalle scene. Il motivo? Qualcosa che è successo qualche anno fa.
Anna Oxa, il 28 aprile compie 60 anni, che momento sarà?
«Io ho smesso di avere dei momenti. Da un po’, vivo in un flusso continuo, in un presente dove non c’è un prima o un dopo. Non faccio più caso a quanto tempo scorre, m’interessa di più usare il tempo per non sprecare la vita e per capire chi sono».
Quando e come comincia questo percorso?
«Con eventi scatenanti forti. Soprattutto con la morte di mia madre, una ventina di anni fa, uno di quei dolori così forti che non possono restare fini a se stessi. Mi si è aperto un mondo e, soprattutto, mi si è aperta “la domanda”, quella della vita e della morte, di questo passaggio di cui non ti accorgi, perciò rimandi tante cose, invece di osservare e comprendere che cosa fa veramente parte di te e che cosa, invece, hai integrato da fuori: giudizi, idee, luoghi comuni… Tutte cose che devi escludere, altrimenti non sei nel vero movimento della vita e replichi sempre il passato».
Quel Festival 2006 le portò critiche feroci, quel brano fatto di mantra tibetani, sanscrito antico, momenti africani, non fu capito e lei fu giudicata troppo cupa e sofferente.
«Mi hanno chiesto di andare e ho detto: vengo, se posso portare quello che sono e ho portato una mistura di suoni, vibrazioni, drammaturgia, un mare di umanità, una dimensione che non era più quella della canzone. Però, siccome tanti non si esprimono mai, se c’è uno che si esprime, tutti gli danno addosso. Nessuno parlava del brano, si dicevano solo cose per ferire, ma io non sono stata ferita. Io ho vissuto il processo creativo, che m’importa se altri fanno il branco e poi devono sbranare il lupo? È una vita che cercano di farlo. Da quando nel 2013 mi sono fatta male a Ballando con le stelle, la Rai mi ha chiuso le porte, anche se io ho fatto causa solo nel 2019, perché comunque l’ufficio legale bloccava tutte le richieste dei programmi che mi volevano. Questa come la chiamate: non violenza? Ma io sono tranquilla, faccio la mia arte, la gente mi segue lo stesso».
Il veto della Rai vale anche per il Festival?
«Certo».
FONTE CORRIERE.IT
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