Azione, divertimento e.. parecchia fisica! Ant-Man & the Wasp risulta super apprezzabile, a superamento anche del primo. Leggiamo perché.

A quattro mesi circa dall’uscita di Avengers: Infinity War, l’Universo Marvel ritorna sul grande schermo, stavolta abbassando i toni tetri per offrirci molta più di spensieratezza e divertimento con il secondo capitolo dedicato al personaggio di Ant-Man, l’uomo che si allarga e restringe. Lo avevamo conosciuto nel 2015 alla prese con l’iniziazione alla sua tuta restringente, poi intravisto nel 2016 in Civil War nella partizione filo-Capitan America; grande assente nell’ultimo Avengers (perché costretto agli arresti domiciliari), lo ritroviamo ora in questo capitolo firmato da Peyton Reed, utile a mostrarci gli avvenimenti che hanno coinvolto le vicende personali di Ant-Man/Scott Lang e Wasp/Hope van Dyne precedentemente alla vittoria di Thanos sugli Avengers.

Dopo gli eventi raccontati in Civil War, Scott Lang (Paul Rudd) deve affrontare le conseguenze delle proprie scelte sia come supereroe sia come padre. Mentre è impegnato a gestire la sua vita familiare e le sue responsabilità come Ant-Man, si vede assegnare una nuova e urgente missione da Hope van Dyne (Evangeline Lilly) e dal Dr. Hank Pym (Micheal Douglas). Scott dovrà indossare ancora una volta la sua tuta e imparare a combattere al fianco di Wasp, mentre la squadra cercherà di far luce sui segreti del proprio passato, in particolare sulla moglie del Dottor Pym, nonché mamma di Hope, rimasta intrappolata nel regno quantico subatomico.

Il film vede il ritorno nel cast, al fianco di Paul Rudd ed Evangeline Lilly, anche di Michael Peña e Michael Douglas, insieme a Bobby Cannavale, Judy Greer, Abby Ryder Fortson, Tip T.I. Harris e David Dastmalchian. A loro si uniscono nomi di tutto rilievo, come Michelle Pfeiffer e Laurence Fishburne, insieme con Hannah John-Kamen, Walton Goggins e Randall Park. 

 

Il primo film di Ant-Man, nato su sceneggiatura di Edgar Wright, si era posto in maniera molto contraddistinta rispetto agli altri film sui supereori Marvel, con toni da heist movie e un montaggio atipico per il genere. Il nuovo capitolo è sicuramente più inserito e uniformato a quello che è ormai lo standard e lo stile dei Marvel Studios, ma non per questo meno innovativo o efficace. Giusto l’equilibrio narrativo (laddove il primo Ant-Man faticava un po’ di più), azzeccata la dose di simpatia e divertimento dei personaggi che bilancia una parte più seria della storia, caratterizzata principalmente dalle tematiche familiari del trio Lilly, Douglas e Pfeiffer. 

Ant-Man, imperfetto e simpatico anti eroe, è spalleggiato ora da un’impeccabile Wasp, compagna di scene d’azione intelligentemente duplicate: spesso gli eroi combattono due nemici contemporaneamente nel medesimo scontro o nel medesimo inseguimento, altre volte invece mostrano in montaggio alternato due battaglie diverse (ma legate) che avvengono in luoghi diversi a risultato di un efficace dinamismo. 

 

Se avete in mente di andare a vedere Ant-Man and the Wasp solo con l’intenzione di scoprire cosa è successo dopo  Infinity War, allora non fatelo, vi basterà semplicemente aspettare una delle scene successiva ai titoli di coda. Se invece volete gustarvi un dinamico, divertente e leggero film Marvel, allora non aspettate.