Gli Articolo 31 tornano con “Classico“, un nuovo brano che torna alle origini sia per il testo sia per le sonorità. Un affresco della società che mette a confronto due generazioni, quelli che “dopo il diploma hanno trovato il posto fisso” e quelli che se la prendono con i ragazzini “perché non hanno più voglia di lavorare”.
«Con questo brano siamo riusciti a tornare nel groove» hanno raccontato a TgCom24 Dopo aver fatto un pezzo che era emozionale per quanto riguardava la nostra storia, ‘Classico’ riscopre anche la sonorità degli Articolo 31. Quindi pensiamo che il vero inizio sia adesso. La stiamo prendendo con tutta la calma del mondo. Ma ora cominciamo con i nostri singoli e lo stile degli Articolo 31.
Abbiamo quasi sempre fotografato la realtà in quello che facevamo anche in passato. Tentano di farci parlare male delle nuove generazioni, domande del tipo ‘ma secondo te non si sono persi un po’ i valori?’… a noi questa roba ci ha fatto salire il sangue alla testa e così abbiamo scritto questo pezzo. Capiamo la normale emozione umana di ricordare con affetto il momento in cui si era giovani, ma non perché era meglio il mondo, ma perché eravamo meglio noi.
Gli Articolo 31 fanno parte di quella generazione…
In realtà non ci sentiamo di dire che gli Articolo 31 abbiano mai fatto parte e rappresentato il 100% di una generazione, noi siamo sempre stati la voce di una minoranza rumorosa e quindi pensiamo che oggi rappresentiamo quella minoranza di gente invecchiata bene.
In Classico ve la prendete con i “vecchi di m…”
Sono più quelli di quarant’anni, cinquant’anni, che sono schiavi dei social media, sempre con questo telefono in mano e che credono a tutte le stronzate che leggono. I giovani invece hanno gli anticorpi per discernere le cose. Non vogliamo dare tutta responsabilità alla nostra generazione, ma noi e le generazioni di prima abbiamo prodotto questo risultato. Detto ciò tra i giovani ci sono teste di c…o come tra i vecchi.
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