Tim Burton ha aperto la Mostra del Cinema di Venezia con il suo nuovo Bettlejuice Beetlejuice. Il regista, notoriamente, non ama fare sequel dei suoi film, ma per Bettlejuice ha fatto un’eccezione. Merito del cast, con il quale continuava a parlare dell’idea di tanto in tanto, ma soprattutto del ricordo felice che aveva quando hanno realizzato il film del 1988. Un Burton così entusiasta non lo si vedeva da tempo, racconta:

Devo dire che avevo perso un po’ di fiducia nel mondo del cinema, mi sono detto che se dovevo andare avanti dovevo farlo perché voglio, sono un po’ Lydia nel film [il personaggio di Winona Ryder, ndr], mi ero perso un po’. Volevo davvero tornare a fare quello che mi piace con quelli che mi piacciono. Perché devo amare quello che faccio. Indipendentemente da com’è venuto, io mi sono divertito a farlo con queste persone. […] Tutti hanno contribuito anche improvvisando. Abbiamo girato rapidamente, alla fine delle riprese ho scoperto di averlo girato alla stessa velocità del primo, e non l’abbiamo fatto apposta!

Col passare del tempo, l’idea di questo ritorno alle origini ha però preso una forma sempre più privata e personale per il regista: “Ti chiedi come sei cambiato tu e come sono cambiati i personaggi, non ho voluto nemmeno rivedere il primo, mi bastava ricordarne lo spirito!“.

Insieme ai vecchi personaggi (lo spirito porcello di Micheal Keaton, la Lydia di Winona Ryder e Delia di Catherine O’Hara) ci sono delle new entry, tra cui Monica Bellucci, attuale compagna di Tim. Nel film interpreta Dolores, l’ex moglie di Beetlejuice assetata di vendetta. L’attrice ha parlato così della sua esperienza:

Tim mi ha fatto scoprire Mario Bava. Ho dovuto imparare una coreografia complessa, per rimettere insieme i miei pezzi [letteralmente, ndr], è stato interessante. Delores è… una creatura, mi piace la sua dualità, cattiva e ferita, è una metafora della vita, abbiamo tutti delle ferite emotive. Ma Tim sa bene come creare situazioni che sono allo stesso tempo orrorifiche e comiche.

In conferenza esce la domanda su un possibile terzo capitolo, e Burton risponde sorridente: “Faccio un po’ di conti: ci ho messo 35 anni per fare il secondo, un terzo capitolo arriverebbe quando avrò più di cento anni, dovremmo confidare nei progressi della scienza medica per tenerci in vita!” E poi si rivolge a Keaton, ricordando che Beetlejuice ha 600 anni: “Tu col tuo personaggio però stai a posto!”