Billy Idol, una vera e propria icona della musica anni 80 che nel corso degli anni non ha mai smesso di rinnovarsi.

I primi anni

Nato a Stanmore, Regno Unito, il 30 novembre 1955, il suo vero nome è William Michael Albert Broad. Nel 1958 si trasferisce a New York e torna in Inghilterra solo negli anni Sessanta. Nel 1975 si iscrive alla facoltà di letteratura inglese della University of Sussex, ma abbandona il percorso dopo appena un anno. Due anni dopo, nel 1977, sedotto dalle atmosfere del punk, si tuffa nel mondo della musica. Durante una giornata a Chelsea finisce sul palco con una band hardcore capeggiata da Gene October. Pochi mesi dopo nascono i Generation X.

Il nome

William diventa Billy e Idol viene adottato come “cognome” per canzonare un giudizio ricevuto dal cantante in giovane età: un’insegnante lo aveva definito un fannullone (in inglese “idle”, che ha una pronuncia simile a “Idol”). Il dna musicale di Idol, Bob Andrews e Mark Laff è senza dubbio quello punk, ma le loro canzoni ed esibizioni virano progressivamente sempre più verso il pop e il rock classico.

Gli anni ’80

Nel 1981 l’etichetta discografica incoraggia Idol a lasciare la band: la sua personalità non può rimanere imprigionata nel gruppo. Così ritorna in America e inizia una nuova carriera solista. Il successo arriva con “Billy Idol” nel 1982. Nell’album si segnalano brani come “White Wedding” e “Dancing with Myself“. Al suo fianco, il chitarrista Steve Stevens.

Diventato una vera star su MTV, con la sua band Billy Idol bissa il successo nel 1983 con l’album Rebel Yell, quello della definitiva consacrazione. Grazie alla title track, a Eyes without a Face e Flesh for Fantasy, il punk rocker raggiunge la cima delle classifiche di tutto il mondo, da Stati Uniti a Regno Unito, da Italia a Germania e Svizzera.

Gli anni ’90

Inizia per lui un periodo di difficoltà. Idol non riesce a sintonizzarsi con il nuovo decennio. Il 6 febbraio 1990, all’angolo tra Gordon Avenue e Fountain Avenue ad Hollywood, Idol fu coinvolto in un serio incidente motociclistico che gli costò quasi una gamba: mentre tornava a casa di notte dal suo studio di registrazione, non si fermò ad un segnale di stop e fu centrato da un’auto: fu necessaria l’applicazione di una placca d’acciaio. Nel 1993 il disco “Cyberpunk”, uno dei primi registrati utilizzando un computer, non va bene e lui cade nel baratro della tossicodipendenza. Rischia di morire di overdose nel 1994.

Oggi

Nel 2005 ritorna a incidere un nuovo album, “Devil’s Playground”, con cui si riaffaccia alla ribalta internazionale. Il suo ultimo lavoro risale al 2014, “Kings & Queens of the Underground”. Nel 2020 ha collaborato con Miley Cyrus per il brano “Night Crawling”.

Come si legge sul suo sito, Idol sta vivendo un momento positivo della sua vita. “Alla fine mi sono liberato dal sogno di una vita che superi i miei limiti, mi porti gloria in ogni successo che posso raggiungere e mi dia ragione. Le vette sono così alte e le valli così basse, che diventa facile mettere in dubbio la mia sanità mentale. La libertà non è gratis. Il raggiungimento di quello stato di grazia può intorpidire la mente e distruggerla“.