Nel 2016 il pubblico assisteva al debutto cinematografico di Harley Quinn, personaggio femminile molto amato all’interno dell’Universo DC, nonché uno dei più riusciti insieme a Wonder Woman. Il suo esordio sul grande schermo nel film di Suicide Squad è stato più che positivo, tanto che le parti migliori di quella poco fortunata pellicola sono proprio quelle che la vedevano protagonista. Gran parte del merito è da attribuire alla sua interprete Margot Robbie, attrice che ha saputo dimostrare un’ottima versatilità e una grandissima predisposizione al personaggio.
Non a caso, già in prossimità dell’uscita di Suicide Squad, fu annunciato uno spin-off dedicato ad Harley Queen, con ritorno confermato della Robbie, questa volta anche in veste di produttrice. A qual punto le strade erano due: o approfondire, con un film tutto loro, la storia d’amore tra Harley e il Joker, oppure voltare pagina e fare un film Harley-centrico. L’opzione numero due ha avuto la meglio, ed ecco che, in pieno clima di emancipazione femminile e girl power, arriviamo a Birds of Prey: niente Jared Leto accanto a Margot, bensì un variegato gruppo di donne superoine, chi più e chi meno. Una mossa, questa, che evidenzia il desiderio di apporre un elemento di rottura rispetto a tutti i precedenti lavori in ambito di cinecomic (ma non solo) e cercare di far prendere una nuova direzione ai blockbuster di Hollywood. Tranquilli, però, perché tutto questo apparente eccesso di ‘femminismo’ in realtà nel film appare molto ben dosato e non affatto strabordante, rendendo Birds of Prey una pellicola assolutamente godibile anche per un pubblico maschile.
Ma andiamo nel dettaglio. Già dalla versione estesa del titolo “la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn“, oppure, per restare fedeli all’originale inglese, “la fantastica emancipazione”, capiamo che ci attende una Harley un po’ diversa, non più sottomessa alla sua dolce (beh qui mica tanto) metà, – ma sola e indipendente. Non avendo più la protezione del Joker, con cui ha interrotto il suo morboso rapporto amoroso, Harley scoprirà di avere tantissimi nemici che la vogliono morta e si ritroverà in costante pericolo, soprattutto ad opera del temibile Maschera Nera (interpretato da Ewan McGregor).
Per questo la nostra simpatica e pazza antieroina sarà coinvolta in molteplici disavventure che la metteranno a stretto contatto con altre quattro donne, ognuna diversa dall’altra ma con obiettivi che alla fine convergeranno verso una direzione comune.
Tanta ironia, divertimento e azione: Birds of Prey è un colorato gioiellino pop
Il film stupisce fin da subito per il modo di raccontare gli eventi, con scelte di montaggio e di narrazione che sembrano provenire direttamente dalla bizzarra mente della sua protagonista e che di fatto avanzano a suon di flashback e flashforward. Con uno stile che strizza l’occhio a Deadpool e Shazam, Birds of Prey si caratterizza da un’ampia libertà creativa, che va dal linguaggio senza freni ad un’azione sfrenata e violenta, quasi come se stessimo vedendo un John Wick al femminile. La fotografia è davvero d’impatto, molto pop e colorata, con il merito di farci vedere una Gotham diversa, più reale ma anche molto fumettistica.
Oltre ad una sceneggiatura scorrevole, vanno lodate e ribadite le doti di Margot Robbie, la quale potrebbe reggere da sola tutto il film, tanto questo personaggio le risulta cucito addosso. Invece, insieme ad una nuova Harley, scopriamo anche nuovi personaggi, dal già citato Maschera Nera di Ewan McGregor, a Black Canary (Jurnee Smollett-Bell) e Cacciatrice (Elizabeth Winstead,) e anche con loro il lavoro eseguito è molto soddisfacente.
In conclusione, Birds of Prey è un calderone di ironia, esplosività ed azione, contrassegnato dal carisma della sua protagonista, che lo rende un prodotto volto al commerciale sì, ma comunque di graditissimo risultato.
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