Carlo Verdone si è raccontato in una lunga intervista a Repubblica in occasione del 40° anniversario di Borotalco, festeggiato il 23 gennaio. La pellicola, uscita nel 1982, fu la terza diretta da Verdone e quella che contribuì a dare lo slancio decisivo alla sua carriera. Dopo i primi due film, però, non tutto fu così scontato:
“Quando uscì Bianco, Rosso e Verdone i produttori dell’epoca, Sergio Leone e Medusa, erano contentissimi. Ma Leone stava andando verso altri progetti e non aveva tempo per seguirmi”. Verdone, a quel punto, pensò addirittura di abbandonare la professione: “Tornai all’università a cercare il professore di Storia delle religioni, sperando di entrare come suo assistente. Scoprii che si era suicidato. In quelle settimane non sapevo cosa fare della mia vita. Poi squilla il telefono. Il mio agente dice che il produttore Mario Cecchi Gori mi vuole incontrare. Ha visto in ritardo Bianco, Rosso e Verdone, lo ha colpito il personaggio dell’emigrante muto che esplode con un’invettiva contro l’Italia. “Credo in te. Facciamo un film e se va bene firmiamo per altri quattro. Ma puntiamo su un personaggio unico”.
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L’incontro con Moana Pozzi
In Borotalco debuttò Moana Pozzi. Verdone racconta come avvenne il loro primo incontro:
“La conobbi a casa di Massimo Troisi. Era bellissima, pensai all’ennesima fiamma di Massimo, il più grande conquistatore che abbia conosciuto. Parlammo un po’. Quando feci a Trastevere i sopralluoghi per quella che doveva essere la casa di Nadia Vandelli (Eleonora Giorgi), mi aprì una ragazza. Ci fece vedere tutta la casa, tranne la camera in cui dormiva la coinquilina, alle 12.30. Rimanemmo ancora un po’, e lei la svegliò: riconobbi la ragazza a casa di Troisi. Indossava solo un paio di slip. Le dissi che avevo una parte per lei, in ufficio il giorno dopo le spiegai il ruolo dell’amante che si fa la doccia. “Nessun problema con il nudo””.
Il film fu un successo strepitoso fin dal suo debutto in sala.
“La cassiera del cinema Corso ci disse che aveva fatto tantissimi soldi. Arrivò col sigaro Cecchi Gori, sapeva tutto. Borotalco è il film più importante della carriera, se non ci fosse stato, ora non sarei qui”.
Qui sotto un video di Christian De Sica che ricorda il film:
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