I giochi da tavolo quando eravamo piccoli rappresentavano forse la miglior modalità d’intrattenimento casalingo. Vari ed originali, per poche o tante persone, da giocare in famiglia. C’erano quelli per i cervelloni e quelli più leggeri. Quelli lunghi 6 ore e quelli brevi da 30 minuti. Non stiamo qui ovviamente ad elencarli tutti sennò non finiremmo più. Una cosa certa era il marchio di qualità: i classici MB. Ad esempio “Indovina Chi?“, per dirne uno solo che vale per tutti. Se il gioco era MB il divertimento era assicurato. Tra i tanti giochi ce né uno che è rimasto impresso nella memoria di quasi tutti noi: Brivido.

Ma perchè? Il primo motivo è molto semplice. Era un gioco da tavolo horror, e non ce ne stavano tanti, almeno di questa qualità. Ma come fai a giocare ad un gioco horror a tavola in famiglia? Il gioco in se è la risposta. Non intendo il regolamento, ma proprio il gioco a livello materiale: i disegni, le scenografie suggestive, i pezzi da montare. Da piccolo faceva tremendamente effetto, ve lo posso assicurare.

La plancia di gioco a forma di ragnatela con il ragno sopra era semplicemente spettacolare. Il tabellone aveva diversi tipi di pavimento (4 per la precisione) che rappresentavano i livelli: l’ingresso con l’erba e il ponticello sotto il quale passava un sinistro fiumiciattolo, il pavimento di legno con la passatoia rossa, la cantina e la prigione sotterranea che porta alla torre. Tutto con disegnato sopra le orme dei piedi colorati da seguire. Il turno di gioco è molto semplice: basta tirare il dado e muovere del numero di caselle indicato, stando attenti a non capitare nelle caselle “rosse”, e poi girare il “ragno” sulla plancia degli eventi per verificare cosa succede in quel turno. La plancia può far lasciare andare il teschio nella botola sulla cima della torre centrale, azionando uno dei terribili congegni delle varie stanze: L’ascia del cavaliere, lo specchio dello scheletro, il pavimento magico e le scale che portano in alto. Se ciò avviene si torna all’inizio della stanza.

 

Vince chi arriva per primo in cima al tetto e chiude la bara scacciando via il male. Gli altri eventi della plancia sono: Spavento, che fa saltare un turno e blocca il personaggio (inserendo sul vostro personaggio un inquietante maschera della paura per segnalare il blocco).
L’Orma, che vi fa passare lo spavento e così ricominciate a muovere e il Dado, che vi fa tirare ancora il dado ovviamente. Il gioco aveva delle scorciatoie geniali come quella dello specchio che si apre e ti fa attraversare un livello, forse la più riuscita.

Una curiosità: “Brivido”, come noi lo conosciamo è l’evoluzione del gioco “Which Witch?” del 1970 (edito anche in Italia con il titolo Castello Incantato nel 1974 da EG). Lo potete vedere nella foto qui sotto.

La cosa più interessante, che forse è uno dei motivi principali del suo successo, è che a Brivido ci giocavamo anche fuori dalle regole, muovendosi in quel fantastico mondo dell’orrore con le nostre pedine ed inventavamo storie tutte nostre. Mi sembra superfluo dire come questo gioco sia rivolto ai più piccoli, essendo per giocatori “da 6 a 12 anni”, infatti non vedo nessun motivo per giocarlo superata quell’età, se non per fare un tuffo nel passato. Ma le serate trascorse in quel castello maledetto con la tensione alle stelle, con le trappole, e quel teschio fluorescente da lanciare che determinava la sorte di ogni giocatore fanno e faranno sempre parte della mia e forse della tua infanzia.

Beccatevi questa chicca, ecco lo spot tv: