Nel documentario autobiografico “Pretty Baby”, presentato al Sundance Festival, Brooke Shields racconta di essere stata violentata poco dopo il college. Nel documentario la Shields specifica di aver incontrato l’uomo in questione per cena, apparentemente per discutere di lavoro, un casting per un nuovo film. L’uomo la invitò al suo albergo, sostenendo di voler chiamare un taxi per lei dalla sua stanza. Lì lui andò in bagno, ne uscì nudo e la violentò:
“Avevo paura di essere soffocata o qualcosa del genere, non ho lottato molto. Pensavo che il mio ‘no’ dovesse essere sufficiente, e pensai solo: cerca di sopravvivere e venirne fuori”.
L’attrice, inoltre, rivela di non aver elaborato l’esperienza come un’aggressione sessuale per molto tempo, tanto che quando un amico le fece notare si trattasse di uno stupro, lei, ancora sconvolta, rispose:
“Non sono disposta a crederci”.
Bambina prodigio, nel 1980, a 14 anni, è sulle bianche spiagge di “Laguna blu”, insieme al co-protagonista Christopher Atkins, per far innamorare un’intera generazione. La rivelazione è uno dei tanti più forti del documentario, che uscirà sulla piattaforma di streaming Hulu, in cui viene anche affrontato il tema della “sessualizzazione”, a cui la giovane attrice fu sottoposta fin dalla tenera età: all’età di 11 anni, infatti, interpretò il ruolo di una baby squillo in “Pretty baby”, sollevando un gran polverone.
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