Nel quinto anniversario della scomparsa, Berlino dedica un museo a Bud Spencer. E sabato 10 aprile, in seconda serata, su Canale 5, l’approfondimento della testata diretta da Clemente Mimun ricorda Carlo Pedersoli con la puntata di Speciale TG5 «Bud, eroe gentile dalle mille vite!».
È stato campione di nuoto e pallanuoto, e il primo italiano sceso sotto il minuto nei 100 metri stile libero. Ha partecipato a due Olimpiadi ed è diventato un attore campione di incassi, popolare in tutto il mondo. È stato musicista, pilota, ha guidato aerei, elicotteri, rimorchiatori, ha fondato una compagnia di spedizioni aeree. Ha sposato il suo amore della giovinezza, Maria, figlia del produttore della Dolce vita Peppino Amato. Ed è stato soprattutto un uomo di famiglia, un marito e un padre. Il suo ultimo personaggio è stato il detective-chef de I delitti del cuoco, serie realizzata per Canale 5.
Lo speciale, affidato ad Anna Praderio, ricorda e racconta Carlo Pedersoli attraverso le voci dei suoi tre figli Giuseppe, Diamante e Cristiana, Terence Hill, Carlo Verdone, Leonardo Pieraccioni, Guido e Maurizio De Angelis e Russell Crowe, fan dichiarato di Bud e Terence.
Secondo Giuseppe «papà è sempre stato sé stesso e questa sincerità, semplicità, autenticità è stata riconosciuta da tanti nel mondo». Diamante suppone che «il suo superpotere fosse la sua energia solare». Cristiana conferma «quanto fosse umile e quanto abbia vissuto intensamente, mangiandosi la vita a morsi».
Russell Crowe ricorda Bud Spencer e Terence Hill: «gli uomini più divertenti del Pianeta, nel cinema degli Anni ’70. Terence sempre elegante. Bud un gigante con la barba. Hanno regalato risate e divertimento al mondo intero».
Per Carlo Verdone, Pedersoli è stato «un eroe positivo e buono, e una gran persona». Leonardo Pieraccioni ricorda che cenare con lui «era come stare con un personaggio di Walt Disney.
Intanto, nel ristorante del museo berlinese dedicato a Bud ci saranno piatti ispirati ai suoi film, lui che nella vita amava la buona cucina e soprattutto la convivialità: mangiare a tavola con i familiari e gli amici era un rito sacro.
Cristiana rammenta la sua «pasta con le briciole di pane ripassate in padella», mentre Giuseppe ripensa a quando tentavano di metterlo a dieta: «entrava in queste cliniche e appena vedeva che gli davano un petto di pollo e una fetta di pera, scappava e andava ad assaltare una rosticceria».
Ma la cosa più divertente legata al culto di Bud è la maglietta mostrata dalla figlia, dove campeggia: «MENO INFLUENCER PIÙ BUD SPENCER».
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