Bugo ha deciso di mollare la musica. Il cantante, nato Cristian Bugatti, ha confessato in un’intervista telefonica al Corriere che non farà più dischi e concerti. «Se si è spenta, come è capitato a me, la cellula creativa non si può riaccendere. Si tratta di essere onesti con se stessi e con il pubblico. Preferisco anticipare la morte artistica scegliendo io il mospiega il cantautore al telefono da Bruxelles dove vive con la famiglia.
Un concerto di addio all’Alcatraz di Milano il 1° aprile, la conferenza stampa di annuncio con Lundini al suo posto… Ci prende in giro?
«Qualche dubbio l’ho fatto venire, ma non è uno scherzo. Quando ho deciso di annunciare il ritiro l’ho voluto rendere particolare, non volevo una cosa triste ma una festa. . Mi sentirei soffocare se continuassi: è un sollievo».
Perché mollare? Che motivazione si è dato?
«La principale è quella artistica. Ho iniziato a rendermene conto nel 2018: mi mancava qualcosa quando componevo. Io che sembravo un artista diverso ad ogni disco, sentivo di ripetermi. La monotonia è stato il segnale. Mi sembrava di scrivere canzonette. Da lì è iniziata la preparazione. Mi sono detto che prima avei voluto fare Sanremo: ne ho fatti due ed è andata bene. Poi che volevo fare un ultimo disco senza dire che lo fosse per non fare sensazionalismo, ed è uscito lo scorso anno. A settembre ho iniziato a pensare all’ultimo concerto per salutare tutti, col sorriso».
Il Sanremo del 2020, quello della squalifica con Morgan, è andato bene?
«Nella mia carriera ho sempre fatto tutto con entusiasmo, trasparenza e voglia di fare bene. Sono sempre stato sereno nelle mie scelte e lo vedo nel modo in cui sono stato accolto dal pubblico. Non ho mai dato troppo peso alle cose che non riguardano me».
Il Sanremo 2025 è stato il Festival dei cantautori. Brunori e Lucio Corsi sono arrivati sul podio partendo da quel mondo indie che è stato la sua culla. Se tutto questo fosse arrivato nel 2020?
«Una vittoria al Festival non ti fa venire voglia di scrivere canzoni. Scrivere è qualcosa di più profondo».
La musica rimarrà nella sua vita?
«Da ascoltatore continuerò a divorarla. Ascolto spesso vinili, anche con i miei figli di 8 e 2 anni, e quando rimetto su gli album blues di cento anni fa, tipo Robert Johnson, mi rilasso e mi sento in pace con il mondo».
Suonerà ancora?
«La chitarra ce l’ho davanti a me anche adesso. Non la metto via, ma se sentirò l’ansia di dire qualcosa la terrò per me. Del resto nel 2004 feci un disco intero solo per mia moglie e quelle canzoni le ha sentite solo lei. La musica non può essere sempre mercato e lavoro. C’è anche un aspetto più intimo».
Ci sarà musica inedita al concerto?
«Nella mia testa c’era l’idea di fare una canzone nuova, ma la verità è che non è venuta. Da 2-3 anni non scrivo canzoni nuove e non mi va di prendere in giro la gente».
Ospiti?
«Ci saranno artisti che rappresentano mondi diversi e che hanno dimostrato di avere empatia con me. J-Ax che con gli Articolo 31 ha rifatto la mia “Io mi rompo i coglioni” e che seppure non facessimo parte dello stesso team mi mandava messaggi all’improvviso…. Aimone Romizi dei Fast Animal Slow Kids che è alt-rock come me. E Fernando Nuti dei New Candys, band veneta che canta in inglese e ha portato all’estero una versione inglese di “Io mi rompo…”. E poi ci saranno due band: quella attuale e quella con cui ho iniziato circa 20 anni fa».
Il 2 aprile cosa farà?
«Me lo sono preso per dormire. Spero di svegliarmi e dire “è andata alla grande”».
Allora facciamo il 3 aprile. Che risponde alla domanda «che lavoro fai?».
«Ho lasciato la musica ieri e ora non so ancora cosa farò, devo gettare le basi per il futuro. Sono ancora giovane».
Con Morgan non vi siete più visti: ma non teme di passare alla storia per la squalifica e il meme «Dov’è Bugo?».
«Non riesco a ragionare su situazioni che sono frutto di un momento non voluto da me. Non l’ho mai preso in considerazione e non ci ho scherzato sopra. Penso solo all’energia e all’entusiasmo che mi dà questa festa. Quello che mi riporta a momenti più complicati non mi interessa. Dico solo che i momenti difficili ti formano».
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