Cameron Diaz, Drew Barrymore e Lucy Liu, le storiche Charlie’s Angels della saga cinematografica (non di quella televisiva) si sono riunite online qualche giorno fa insieme a Demi Moore in un’intervista su Zoom per Vanity Fair legata alla candidatura dell’attrice agli Oscar per la sua performance in The Substance, film che le ha già fruttato un Golden Globe come miglior attrice.
Se ricordate bene il secondo film, Charlie’s Angels: Più che mai, uscito nel 2003 Demi Moore aveva interpretato l’antagonista del trio, una ex Charlie’s Angel malvagia di nome Madison Lee. Le quattro colleghe non si vedevano insieme da quando la Liu ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame nel 2019.
“Che ci riconosciate o meno come gli Angeli, siamo quattro donne che si amano, si rispettano, si conoscono, hanno lavorato insieme e celebrano l’amicizia femminile”, ha esordito Drew Barrymore, spiegando come sia stato facile per loro riunirsi per parlare dell’ultimo ruolo della Moore.
“Penso di poter parlare a nome di tutti noi: siamo orgogliose di te” ha detto Lucy Liu. “Questa interpretazione l’hai sempre avuta dentro, in tutti i lavori che hai fatto. C’è così tanta vulnerabilità nella forza che riesci a portare sullo schermo”.
Cameron Diaz ha fornito una riflessione sulla figura della donna sullo schermo:
“Tutte le donne sono condizionate a essere oggetto, punto e basta. Che siamo star del cinema o meno, è così per tutte le donne. Ovviamente è più estremo nelle nostre circostanze, perché siamo proiettate su uno schermo e letteralmente oggettivate. Ci hanno fatto delle bambole. È innato e radicato in noi. Serviamo quell’oggettivazione. Ma nel vederti fare questa performance, si vede che non devi chiedere il permesso a nessuno. È come se ci fosse una costituzione scritta nell’industria cinematografica che stabilisce cosa sia l’industria cinematografica, e tutti l’hanno rispettata negli ultimi decenni. Voi siete entrati, l’avete fatta a pezzi e avete detto: “Non sono d’accordo con questa costituzione. La riscriviamo. E non solo, ma lo faremo nel modo più audace, violento e folle che si possa fare”.
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