Carlo Verdone è stato intervistato da Repubblica dove ha raccontato i suoi nuovi progetti futuri: ecco un estratto.
Sta scrivendo il seguito di Vita da Carlo?
“Siamo al lavoro sulla seconda stagione, sta venendo bene. La serie è stata un’avventura nuova, eccitante e pericolosa. Ho avuto al mio fianco come regista Arnaldo Catinari, un braccio destro fantastico”.
Che ha significato mettersi a nudo?
“Non ho nessun pudore. Perché mi devo vergognare di raccontare se ho qualche fragilità? Quando esco a piedi nel mio quartiere la gente mi sorride. Sono fortunato. Poi, certo, c’è anche il fatto che non appartieni più a te stesso, appartieni agli altri. Mi succedono cose incredibili: fuori dal ristorante dove avevo cenato, è passato un pullmino di turisti israeliani che avevano visto la serie. Mi sono preso i complimenti”.
Cosa ha colpito così tanto?
“L’umanità. Certe cose sono romanzate, penso alla parte dedicata ai miei figli, ma tante sono vere. Mi sono davvero messo a nudo, ho cercato di non recitare e di essere me stesso. Il lavoro i primi giorni è stato dimenticarmi di essere un attore. Sono solo Carlo, i tempi nella risposta sono quelli che darei nella vita”.
Col pubblico ha un legame forte: cosa le dato e cosa le ha tolto?
“Ho avuto tanto, mi dico: Pensa se invece la vita non fosse stata così, non ricevere nessun apprezzamento. Quello che manca è un po’ appartenere a me stesso. La casa di campagna è fondamentale, sono in una solitudine completa”.
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