Come già anticipato, il 16 febbraio uscirà il nuovo libro di Carlo Verdone, “La Carezza della Memoria“, scritto durante il lockdown come opera di ‘rassettamento’ di ricordi ed esperienze, scanditi da tante foto e lettere trovati in uno scatolone. Nel libro, Carlo ha parlato anche delle sue amicizie e il rapporto che lo legava alle maggiori personalità del cinema italiano. Tra questi spiccano i nomi di Massimo Troisi e Francesco Nuti. Di entrambi gli attori, Carlo ha raccontato forze e debolezze, soffermandosi sull’imprevedibilità di Nuti e la fragilità di Troisi.
Di Nuti in particolare ha raccontato quanto segue:
«Con Nuti dovevamo fare “Cuori nella tormenta” ma, a 20 giorni dalle riprese, Francesco sparì, lasciandomi in braghe di tela. All’inizio mi incazzai ma non so portare rancore e alla fine ho pensato ‘Vabbè, è chiaro che Nuti ama recitare da solista».
«C’eravamo conosciuti a Torino nei tre mesi in cui abbiamo preparato il programma televisivo ‘Non stop’ che poi avrebbe decretato l’inizio del mio successo. Ricordo che un giorno cercavano Nuti che doveva registrare ma non si trovava. Lo scovai nel bagno seduto sulla tazza con Tex tra le mani. Gli dissi ‘Francesco, avevamo un appuntamento, ricordi? Dovevi ascoltare un mio sketch e poi devi registrare, ti stanno cercando’ e lui rispose ‘Sì, sì, ma ora chiudi la porta che mi girano i coglioni’. Era imprevedibile, incapace di godere del suo talento».
L’attore romano ha poi espresso tutto il suo rammarico per ciò che la vita ha riservato ai suoi due colleghi:
“La vita è stata diseguale per noi tre. Mi addolora sapere che Massimo non c’è più e Francesco è come se non ci fosse“.
Nuti, lo ricordiamo, è stato vittima di una caduta nel 2006 (un incidente domestico mai chiarito) che gli provocò un ematoma cranico che lo costrinse in coma. Nella sua autobiografia «Sono un bravo ragazzo», Francesco confessò di essersi addormentato dopo essere precipitato dalle scale. Purtroppo, dopo un faticoso periodo di ripresa, a causa di un’altra terribile caduta, il 21 settembre del 2016 venne portato d’urgenza al Cto di Firenze. Da anni è ricoverato in una clinica specializzata di Roma.
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