Carol Alt ha lasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha raccontato vari aneddoti della sua carriera.
Ha un record singolare: ha interpretato un film a New York durante il Covid-19, L’ultimo grande amico, il regista è l’italiano Filippo Prandi.
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Di cosa parla?
«È la storia di James Whitey Bulger, il gangster di Boston morto due anni fa che già Johnny Depp portò al cinema in Black Mass, e qui ha il volto di Eric Roberts. Io sono una giornalista tv da cui Bulger è ossessionato. Recitavo in solitudine davanti al green screen, la tecnica con cui si sovrappongono diverse immagini. Ero da sola, una troupe di 5 persone. È stato il mio lockdown. L’ho vissuto a New York, con i miei gatti. Non mi è mancato nulla, il mio lavoro è concentrazione e solitudine. Sono una eremita».
È stata, dagli Anni 80, il sogno proibito degli italiani.
«Non mi sono mai sentita sexy. Da adolescente ero robusta, lavoravo in una pasticceria e assaggiavo tutti i dolci. Ho perso 20 chili a 18 anni e cresciuta 20 centimetri in un anno, ho dovuto lasciare la danza, nessun ragazzo voleva ballare con me».
L’Italia è il suo destino, qui conobbe l’amore della sua vita, Ayrton Senna, il pilota brasiliano morto nel 1994 nel circuito di Imola.
«Non sapevo chi fosse, a una sfilata i fotografi mi chiesero di fare qualche scatto con lui, mi disse che era un driver e pensavo che fosse l’autista. Era molto più basso di me, mi batteva il cuore, d’istinto mi sono tolta i tacchi. Lui ha sorriso e ha detto: “grazie”. Io: “No problem”. Ero sposata. Mi colpì la sua sensibilità, nessun ragazzo prima di lui mi aveva parlato di Dio e della Bibbia. Mi disse: dobbiamo sbrigarci, non abbiamo molto tempo»
Un presentimento?
«Sapeva di fare un mestiere pericoloso. Quando morì ero in Florida per una serie tv, ricordo tutto, la mia stanza d’albergo, com’ero vestita… Mi buttai nel lavoro».
FONTE CORRIEREDELLASERA.IT
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