Il film
C’era una volta il West uscì nel 1968 diretto da Sergio Leone. È un western all’italiana di registro epico prodotto dalla Paramount Pictures e interpretato da Charles Bronson, Claudia Cardinale, Henry Fonda e Jason Robards. La sceneggiatura venne scritta da Leone e Sergio Donati, da un soggetto ideato da Leone, Bernardo Bertolucci e Dario Argento. Il film venne fotografato da Tonino Delli Colli e musicato da Ennio Morricone. È il primo episodio della trilogia del tempo di Leone, che proseguirà con Giù la testa (1971) e C’era una volta in America (1984).
La versione originale del regista era lunga 165 minuti quando il film uscì il 21 dicembre 1968. Questa versione venne proiettata nelle sale cinematografiche europee, e fu un successo al botteghino. Per l’uscita negli Stati Uniti d’America il 28 maggio 1969, C’era una volta il West venne tagliato dalla Paramount fino a una durata di 145 minuti, ricevendo un’accoglienza critica per lo più negativa e fallendo finanziariamente. Il film è oggi considerato tra i migliori western mai realizzati.
La trama
Sweetwater, un pezzo di terra vicino a Flagstone (un’immaginaria città del West), contiene l’unica fonte d’acqua della regione ed è al centro di un conflitto: il terreno è stato acquistato da Brett McBain, il quale prevedeva che la ferrovia transcontinentale in costruzione sarebbe dovuta passare attraverso quella zona per avere l’acqua necessaria alle locomotive a vapore. Quando il magnate delle ferrovie Morton, invalido, ne viene a conoscenza, manda il suo sicario Frank a intimidire il proprietario del terreno per andarsene, ma l’uomo invece uccide McBain e i suoi tre figli, lasciando delle prove per incriminare il bandito Cheyenne. Sembra che la terra non abbia più alcun proprietario, fino a che un’ex prostituta arriva da New Orleans, rivelando di essere Jill McBain, la nuova moglie di Brett e proprietaria del terreno.
Nel frattempo, un misterioso pistolero che suona un’armonica a bocca, in seguito soprannominato “Armonica” da Cheyenne, è alla ricerca di Frank e, dopo aver eliminato tre uomini che l’uomo aveva inviato ad ucciderlo, arriva in una locanda sulla strada per Sweetwater, dove informa Cheyenne che i tre pistoleri sembravano spacciarsi come suoi uomini. Mentre a Sweetwater vengono consegnati dei materiali per costruire una stazione ferroviaria e una piccola città, Armonica spiega che Jill perderà Sweetwater a meno che la stazione non venga terminata prima che la squadra di costruzione della ferrovia raggiunga quel punto, così Cheyenne mette i suoi uomini a lavorare per costruirla.
Il ricordo di Verdone
Racconta Carlo Verdone, pupillo di Sergio Leone, nel documentario dedicato al regista western prodotto da Sky (Verdone racconta Leone):
“Un mio compagno di classe disse: “A regà ma è uscito il nuovo film di Leone”. Quel sabato partimmo in 15 per andare al cinema, tutti Leoniani incalliti. Eravamo testi perché sapevamo che non ci sarebbe stato nessuno del cast vecchio, eravamo come dubbiosi. Ma subito l’inizio del film ci fece capire l’autentico capolavoro che stavamo guardando. Nei primi 20 minuti non succede nulla, è solo una composizione musicale di rumori straordinaria. Poesia. E poi è il film dei grandi campi e piani strettissimi. Leone era anche riuscito ad ottenere i due attori che non aveva potuto avere nei suoi primi film”
Ancora una volta la colonna sonora di Morricone in questo film, ormai indissolubile dalla messinscena, accompagna le sequenze della pellicola. Cambia però in parte il suo registro, assumendo quell’epica che rende più potente e malinconica ogni immagine. Lo dimostra, in più di un’occasione, la presenza preponderante del treno. Simbolo del nuovo che avanza e al tempo stesso epitaffio amaro ed itinerante (col suo fischio continuo e “mortale”) per il vecchio West.
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