Chi più spende… più guadagna, Walter Hill: “Feci il film per migliorare il mio conto in banca, fu un’aberrazione nella mia carriera”

Nel 1985 Walter Hill era un nome importante tra i registi di Hollywood. Era riuscito a farsi un nome grazie ad una serie di pellicole molto apprezzate dalla critica, prime su tutte I guerrieri della notte (1979), ma anche I cavalieri dalle lunghe ombre e I guerrieri della palude silenziosa. Nel 1982 Hill dimostra di sapersi cimentare anche con la commedia d’azione e realizza 48 ore, film d’esordio di Eddie Murphy in grande sintonia con il co-protagonista Nick Nolte.

Fu proprio la positiva esperienza con 48 ore a spingere Hill ad accettare una commedia vera e propria, leggermente diversa dalle sue opere precedenti: Chi più spende… più guadagna! (Brewster’s Millions il titolo originale).

Il film

Lo script di Chi più spende… più guadagna! fu scritto dagli stessi sceneggiatori di Una poltrona per due, e difatti di somiglianze ce ne sono parecchie. Protagonista assoluto della storia è Richard Pryor nei panni di Brewster, un giocatore di baseball delle serie minori che scopre all’improvviso di aver avuto un ricco parente, ora passato a miglior vita. Per dimostrare di saper usare il denaro, Brewster avrà a disposizione trenta milioni di dollari per un mese e dovrà spenderli: solo in questo modo potrà incassare il totale della ricca eredità, di dieci volte superiore. Ma vi sono altre clausole, come quella di non comprare immobili o terreni e di informare chiunque della trattativa, e qualcuno cercherà di ostacolarlo.

Nonostante la presenza di due grandi attori comici come Richard Pryor e John Candy, la pellicola non sfondò particolarmente, ma divenne un cult negli anni a seguire. Parlando del film, Hill lo ha definito così: “un’aberrazione nella sua carriera”, essendo la sua unica commedia pura e semplice. Hill ammise di aver accettato di fare il film “per migliorare il suo conto in banca e il suo quoziente di successo“. Tuttavia, disse che “a prescindere dalle carenze del film, credo che la qualità malinconica fosse presente. Ne sono stato felice. Il film è andato bene e ha fatto soldi“.

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