Nel documentario Child Star, Chris Columbus ha spiegato in che modo l’esperienza in Mamma, ho perso l’aereo influenzò la fase di casting dei tre protagonisti di Harry Potter agli inizi degli anni 2000, in particolare quello di Daniel Radcliffe.
“Eravamo passati dall’esperienza di Mamma, ho perso l’aereo, quando a nessuno importava ma Macaulay Culkin è diventato una grande star ed è stato inaspettato. Non è come Harry Potter, dove sai che potrebbe avere un successo straordinario.
Il regista sostiene di aver subito sulla sua pelle la schiacciante pressione che esercita la fama nel periodo infantile: “Vengo da una famiglia della classe operaia e l’ho visto un paio di volte con i bambini: quando vedi qualcuno che viene da una famiglia della classe operaia e improvvisamente il bambino si ritrova ad essere il capofamiglia”.
Il casting di Harry Potter era seguito da tutto il mondo e Chris Columbus lo capì subito:“Ho dovuto mettere i paraocchi perché era tutto ciò che sentivo ovunque. Andavi per strada, entravi in un pub e la gente mi chiedeva chi avrei scelto, chi sarebbe stato Harry Potter. Se prendi quell’informazione e la riporti all’attore e ai suoi genitori avvertendoli che la cosa si farà piuttosto intensa”. Oltretutto, i genitori di Daniel Radcliffe si opposero inizialmente all’ingaggio del figlio per la saga.
Chris Columbus ha percepito una responsabilità tremenda nel fare in modo che i giovani attori che stava scegliendo per Harry Potter fossero consapevoli a cosa andavano incontro, soprattutto i protagonisti come Daniel Radcliffe che avrebbero firmato per più film:“Questo sarà il resto della tua vita da baby star, sarà la tua eredità e devi imparare a conviverci”. Una situazione completamente diversa da Mamma, ho perso l’aereo perché Columbus non era a conoscenza delle problematiche familiari di Macaulay Culkin, mentre con Harry Potter ha voluto che le giovani star sapessero perfettamente a cosa sarebbero andate incontro accettando la parte:“All’improvviso, ho capito che i genitori dovevano essere una parte importante della faccenda. Non posso far tornare un attore a casa in un ambiente instabile, anche per il bene del film. Non ne vale la pena. Era importante scegliere i genitori tanto quanto i bambini”.
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