Christian De Sica ha usato Instagram per muovere una critica contro gli influencer che, secondo l’attore, non fanno altro che ostentare le proprie vacanze tra barche e lusso sfrenato in modo “cafone”.
«Ma certe persone non si sono rotte le pa**e di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i tuffi? E basta! Ma è possibile essere diventati così cafoni?».
Uno sfogo a sorpresa che ha fatto il giro del web, raccogliendo anche consensi da parte di alcuni suoi colleghi vip, tra cui Iva Zanicchi e Massimo Boldi.
Tra i sostenitori dello sfogo di Christian De Sica contro gli influencer cafoni, Iva Zanicchi ha dichiarato all’Adnkronos: «Capisco che è giusto che esistano gli influencer perché siamo in una epoca in cui i social sono diventati la normalità – dichiara la cantante all’Adnkronos – però l’ostentazione la trovo davvero di cattivo gusto. Noi eravamo poveri e mia madre quando andavo a scuola con le scarpe nuove mia madre mi diceva: “Non devi vantartene, mi raccomando”. A me hanno sempre insegnato l’umiltà, non c’è bisogno di vantarsi di ciò che hai».
«Anche io vado sui social – prosegue la Zanicchi – ho il mio profilo Instagram ma non posto tutto quello che faccio. Capisco che la gente sogna di diventare come loro, di salire sugli yacht o di avere le ville al mare, ma questa ostentazione continua non la trovo di classe. I miei genitori mi hanno insegnato di non far pesare agli altri ciò che si ha perché ci sono persone meno fortunate di te che arrancano e che non arrivano alla fine del mese. Quindi va bene mostrare ma non bisogna esagerare sennò si rischia di diventare volgari».
Anche Massimo Boldi interviene a sostegno del pensiero espresso ieri da De Sica che ha stigmatizzato i comportamenti «cafoni»degli influencer. «In questi ultimi anni stiamo vivendo una realtà nuova. Si vive attaccati allo smartphone in un rapporto di totale dipendenza. Tutto il resto viene di conseguenza: i selfie ogni piè sospinto, le foto postate di tutto ciò che si fa. Su questo De Sica ha ragione. Io credo, però, che a ben guardare dipenda da ciò che sta a monte: la dipendenza da una vita ‘collegata a tutto ci che sta fuori, nello spazio di un cellulare. Basta essere a tavola con un adolescente per capirlo o in spiaggia, ovunque, e provare vera preoccupazione». «I social sono un gran pasticcio – prosegue Boldi anche lui come la Zanicchi all’Adnkronos – Non si capisce chi lo usa per lavoro, chi per gioco, chi per essere uno spaccone. Destreggiarsi non è facile. Ed è un vero e proprio virus che ci ha cambiato la vita, mettendoci nelle condizioni di una dipendenza che va vinta». C’è chi ha criticato De Sica per aver disapprovato un mondo che ha sempre rappresentato nei suoi film più famosi. «Ma non c’entra nulla – lo difende Boldi – I film con i ricchi cafoni erano film che fotografavano un momento della società e rallegravano la gente».
Commenti recenti