Cinzia Leone si è raccontata in una nuova intervista a La Repubblica. L’attrice, diventata celebre negli anni ’90 sul piccolo e grande schermo, ha ripercorso il suo allontanamento dalla tv, a seguito del pesante ictus che la colpì nel dicembre 1991.“Quando metà del tuo corpo è morto, diventa dura. Ma non mi sono mai arresa, il cerchio della malattia è chiuso, sconfitto”.
Sulla malattia: “Negli ultimi anni aveva cominciato a tremarmi la voce ogni volta che parlavo, poi ho scoperto che ero proprio io a chiudere il passaggio dell’aria per non far vibrare le corde vocali. Evidentemente avevo bisogno di rappresentare me stessa come un’attrice senza voce.”
Sull’allontanamento dalla tv:
“Io sono sparita nel silenzio più assoluto dalla trasmissione Tunnel, un enorme successo del ’94, senza che nessuno abbia scritto una parola, come se fossi evaporata. Per dieci anni sono stata completamente fuori da tutto. Da tutto. Nel 2005 ho partecipato al premio Massimo Troisi che si teneva a San Giorgio a Cremano, con un intervento comico che il pubblico aveva apprezzato molto.
Tempo dopo, quando mi sono seduta davanti alla tele per vedere la messa in onda del programma ho scoperto che non c’ero, il mio pezzo non arrivava mai perché ero stata tagliata, io e addirittura il cane, che a un certo punto era apparso sul palco perché era venuto a cercarmi. Ero stata tagliata senza essere nemmeno avvisata”.
Perché non ha mai raccontato questa cosa?
“Perché mi avrebbero polverizzata in un attimo. Facendomi passare per un’attrice sfigata che non meritava di lavorare e si lamentava. Queste cose se ne parli sono talmente patetiche che diventano quasi comiche. Io non ho mai praticato il sensazionalismo, lo detesto, detesto l’aura pubblicitaria che si deve creare su ogni evento, penso che il lavoro sia fatto di contenuti. Resta il fatto che sono sparita con un rifiuto corale da cinema, tv, e questo può destare leciti sospetti”.
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