Claudio Amendola è stato protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, l’attore, conduttore e regista si racconta in “Claudio Amendola – In viaggio con mamma”. In onda sabato 23 novembre alle 18:10 su Sky TG24, sabato 30 novembre alle 13:30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.
Non solo attore e regista, ma anche scrittore con il suo nuovo libro ‘Ma non dovevate andà a Londra? – Un viaggio nella mia vita’: “È il racconto di un meraviglioso viaggio tragicomico fatto nel 1974 con mia mamma, mio fratello e l’allora compagno di mia madre. Fu un viaggio alla scoperta dei paesi comunisti dell’est Europa. Mia mamma era una fervente comunista, con il sogno che chilometro dopo chilometro ha cominciato ad infrangersi fino tramutarsi in una presa di coscienza molto dolorosa. Questo viaggio è lo spunto per raccontare tante altre tappe della mia vita, ma soprattutto per dire un enorme grazie a mia madre, cercare di scriverle una lettera d’amore particolare non a penna ma con i fogli di un libro; anche però per ripescare tanti momenti della mia vita, sia come ragazzino, ragazzo, giovane uomo, gli esordi alla carriera, le emozioni del lavoro, ma anche una riflessione su cosa per me ha voluto dire la mia formazione politica sin da bambino”.
Nella lunga intervista, i racconti, l’infanzia, la vocazione per la recitazione, ‘Mery per sempre’, ‘I mitici – Colpo gobbo a Milano’, l’esordio come regista, la sua dipendenza e le debolezze.
La storia di Claudio Amendola parte dalla sua infanzia: “Vivevo in due case, Savagnone e Amendola. Io ho vissuto a casa Savagnone con mamma fino ai 14 anni, era un luogo bellissimo, ha sempre avuto un grande gusto, era una casa piena di libri, di dischi, di sigarette, e quindi io sono cresciuto da mamma nel bello, e non solo a casa, mamma mi ha fatto vivere nel bello, me l’ha fatto vedere, me l’ha insegnato. Casa di papà era quella di un uomo single, molto più spartana. Papà ha cominciato a guadagnare molto dopo rispetto mamma, a guadagnare bene. Quindi erano case di un mezzo scapolone, che il sabato e la domenica diventavano veramente dei kinderheim per bambini”.
A differenza di molti attori, non intraprende questa strada per vocazione o passione, ma grazie alla perseveranza di sua madre: “Perché mia madre aveva incontrato alla Fono Roma Franco Rossi, che è il regista di ‘Storia d’amore e d’amicizia’. Si conoscevano, avevano lavorato insieme e allora lei gli domanda ‘cosa stai facendo?’ e Franco Rossi ‘sto impazzendo perché non riesco a trovare un ragazzo di 18 anni, romano, con un bel sorriso’. E mamma gli ha detto ‘fermati, è mio figlio da come l’hai detto’, e il regista ‘mandamelo oggi pomeriggio’. E mamma me l’ha detto per un mese e mezzo, ha insistito affinché andassi. Un giorno, per sfinimento, ho detto ‘va bene, ci vado’, ed eccomi qua”.
Claudio Amendola parla anche della sua dipendenza dalle droghe e delle sue debolezze: “La mia dipendenza è smessa nel momento in cui ho deciso di smetterla. L’ho portata avanti per parecchio tempo ma non ci ho mai voluto combattere più di tanto, non ha mai influito sul mio lavoro e non ha quasi mai influito sui miei rapporti, anche perché chi mi è stato vicino non è che non lo sapesse… Però io sono un godereccio, sono uno che la vita la vuole mangiare. Io l’ho detto e non mi vergogno di aver speso tutti i soldi che ho guadagnato; molti li ho buttati però me li sono proprio goduti, ho fatto un sacco di stupidaggini e le ho pagate care”.
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