Claudio Coccoluto, uno dei dj italiani più famoso al mondo scomparso per malattia è stato ricordato da tv e giornali. Sui social sono piovuti molti messaggi di cordoglio. Il figlio Gianmaria, che in aprile compirà 27 anni, è rimasto molto colpito dall’affetto delle persone: “Sono stati giorni pieni d’amore, belli nella difficoltà”. Per l’occasione è stato intervistato dal Corriere.it. Ecco un piccolo estratto:
Che uomo era suo padre, oltre il ruolo e una carriera costellata di successi?
«Nonostante la caratura e l’autorevolezza nel suo campo, ha sempre dedicato tempo agli altri, non ha mai fatto sentire nessuno escluso dalla sua cerchia».
Cosa ha rappresentato per lei?
«Non è stato solo un marito e un padre, ma un supereroe».
Come ha affrontato la malattia?
«Con un coraggio e una riservatezza unici. Non voleva essere compatito, che quello fosse il centro dell’attenzione. Quando, durante un incontro per denunciare l’impatto devastante della crisi sanitaria sul mondo del clubbing, il deputato M5S Alessio Villarosa notò che aveva un problema alla gamba, disse che era a causa di una brutta caduta… Ha cercato di mantenere il più possibile la normalità, è stato un esempio di grande dignità per chi combatte questa battaglia».
Ha mai visto la paura nei suoi occhi?
«Mai. È stato molto coraggioso e ha continuato a lottare per la categoria anche durante la pandemia».
Qual è il messaggio più importante che le ha lasciato?
«Tutta la sua vita è un messaggio… Un ragazzo partito da Gaeta per fare un lavoro che non era un lavoro, quando il dj era considerato un passa-dischi… È stato un artista straordinario, ma anche un uomo normale, che la notte rientrava a casa e ha tirato su una famiglia sana».
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