L’eredità lasciata dalla saga di Fantozzi è qualcosa di straordinariamente importante. Il personaggio del Ragionier Ugo Fantozzi, nato come raffigurazione dell’uomo inetto e sfortunato vittima della prepotenza, è entrato nell’immaginario collettivo lasciando un segno indelebile, ancora oggi citato praticamente da tutti.
Fantozzi, chi ama la saga lo saprà già, nasce inizialmente come personaggio letterario, protagonista di una serie di racconti scritti nel 1971 da Paolo Villaggio e in seguito adattati in vari film a partire dal primo, uscito nel 1975, diretto da Luciano Salce su una sceneggiatura di Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Luciano Salce e Paolo Villaggio. Il primo Fantozzi fu un enorme successo e aprì le porte per tutti i successivi, 10 in totale. Grande merito al suo interprete, Paolo Villaggio, ma l’effetto comico delle gag che accompagnano Fantozzi non sarebbe stato lo stesso se non ci fosse stato il lavoro prezioso dietro le quinte delle sue controfigure. Tra cadute, pugni, partite nel fango, voli sugli sci e tanto altro, le disavventure di Fantozzi sono infinite.
Tra le controfigure principali del Ragionier Ugo c’è il grande Clemente Ukmar, presente in praticamente tutti i film della saga. In un’intervista rilasciata a Cinema comico italiano, Ukmar ha rivelato diversi aneddoti sul suo lavoro, che vi riportiamo qua sotto.
Su come è cominciata la collaborazione con Villaggio, Ukmar spiega:
Feci il primo film con Paolo Villaggio nel 1969, “I quattro del Pater Noster”, una parodia de “I quattro dell’Ave Maria”, con Montesano, Toffolo e Lionello. Il maestro d’armi, Sal Borgese, mi contattò per fare la controfigura di Villaggio. E quella, per un po’ di tempo, rimase un’esperienza isolata, un po’ perché continuai a fare la controfigura di Franco Franchi, un po’ perché a Villaggio non servì più una controfigura. Poi è arrivato il periodo di Fantozzi e fu scelta un’altra controfigura, il cognato di Zamperla.
Il primo giorno di lavorazione, non mi ricordo perché, questa controfigura si fece male e mio fratello Franco, ch’era stato scelto come controfigura di Filini, ricordò a Zamperla ch’ero già stato controfigura di Villaggio e così sono stato chiamato. Poi, da quell’episodio, Villaggio mi ha sempre voluto e la collaborazione è andata avanti fino alla fine della serie.
Tra le scene sicuramente interpretate da Ukmar nel primo film ci sono quelle dove Fantozzi prende le botte in macchina con la Signora Silvani (“Siete tre stronzi!”), la partita di pallone (quello che nuota con la cuffia in testa è lui) e la partita di tennis. Il resto sono ricordi un po’ vaghi.
Io all’epoca ero appena due dita più alto di Villaggio e lui era secco come me. Poi, si è ingrassato e allora ho cominciato a indossare delle pance finte, fatte apposta per l’occasione da una sartoria che gli prendeva le misure.
Anche sui capelli fu necessario intervenire:
Certe volte me li tingevo, altre mettevo una parrucca. Con il tempo Villaggio era diventato canuto e allora fare il bianco è sempre più difficile. Agli inizi, lui si tingeva sempre di castano e io come colore di capelli ero su per giù così.
Tanti gli aneddoti sul set:
Sul set si rideva molto, con Villaggio, con Neri Parenti. Qualcosa di divertente usciva sempre fuori. Per esempio, in “Fantozzi contro tutti”, il primo film con Neri Parenti, mi ricordo ch’eravamo a Fiumicino e dovevo fare un volo su una passerella che tornava indietro. Io ero attaccato a un cavetto che si ruppe e finii in mare. Con Salce pure ci si divertiva, però con Parenti ci sono proprio cresciuto, poi il suo debutto da regista è stato proprio con Villaggio. Salce amava fare scherzi, mi ricordo che durante le riprese di un film, non mi ricordo quale, io avevo una particina da vigile, andava via la luce e mi rubavano i vestiti lasciandomi completamente nudo, lui, insieme a un truccatore con il quale scherzava sempre, Mecacci, prima che si riaccendesse la luce, hanno preso una bomboletta spray di vernice e mi hanno dipinto tutto. Io ero di spalle e mi hanno preso di sorpresa.
Con Villaggio c’era un bel rapporto?
Sì, di amicizia e di stima, non ci siamo mai frequentati al di fuori del lavoro, però.
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