Francis Ford Coppola è stato ospite di Mara Venier a Domenica In per presentare il suo nuovo film, Megalopolis, in uscita nei cinema il 16 ottobre.
Dopo aver scherzato con la conduttrice (“Zio Ciccio e zia Mara” si sono chiamati), Coppola ha parlato della genesi e del senso del film che voleva realizzare da 40 anni: cercare di vedere il mondo in modo diverso. Per Coppola l’alternativa a questo mondo che conosciamo è un’utopia necessaria alla quale bisogna pensare già oggi, prima che sia troppo tardi e ogni cosa venga travolta dal crollo di un sistema di valori ormai superato.
“Credo che sia importante ripensare le ipotesi che facciamo per vivere in questo mondo tormentato e quindi raccontare le storie. Per questo ho realizzato il mio ultimo film come una favola. In modo che la storia venga raccontata in maniera diversa, che chiede al pubblico di andare oltre i problemi che ci affliggono, guardando le cose da una prospettiva diversa“.
“Ogni volta che mi accingevo a fare questo film succedeva qualcosa di tremendo – ha spiegato il regista 86enne – invece credo che sia giusto avere un mondo che sia giusto per tutti, soprattutto per i bambini”. I bambini sono il suo pensiero principale. E usa l’Italia come metafora del mondo per chiedersi come sia possibile che in un Paese che produce cose magnifiche, che ha i migliori scienziati, medici, fisici, non si riesca ad avere, per esempio, una costanza politica che possa contribuire alla gioia e alla felicità della gente.
Nell’intervista, Coppola ha parlato anche dei suoi grandi cult del passato, da Apocalypse Now a Il padrino.
“Apocalypse Now è stato molto difficile da girare”, ha detto, raccontando commosso che la moglie, morta da poco dopo 60 anni insieme, ha realizzato un documentario sulle riprese del film che inizialmente era stato criticato. Sul Padrino, dice: “Quando avevo 30 anni il successo del Padrino (1972) ha cambiato la mia vita. E’ stato un forte trauma, ero molto povero non avevo nulla. Ho avuto il successo tutto insieme”, Sofia Coppola è nata durante le riprese del film.
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