Nel luglio del 2012, Sylvester Stallone affrontò uno dei drammi peggiori della sua vita: la morte del figlio Sage. Il ragazzo, primogenito di Sylvester, nato nel 1976 dal suo primo matrimonio con Sasha Czack, è morto a soli 36 anni anni a causa di un arresto cardiaco, provocato da cause naturali.
Il dolore di Stallone e l’influenza su ‘Creed’
L’accaduto ebbe una forte ripercussione su Sly, che ovviamente ci mise del tempo per metabolizzare il tutto. «Questa perdita straziante si farà sentire per il resto della nostra vita. Sage è stato il nostro primo figlio e il centro del nostro universo» le sue prime parole. In quei mesi Stallone sarebbe dovuto essere impegnato nel tour mondiale di promozione de I Mercenari 2, ma decise di cancellare la sua partecipazione, limitandola solo ad alcune prime.
Un’altro film che subì le ripercussioni del lutto fu Creed. All’epoca il progetto stava entrando in pre-produzione, ma Stallone ammise che la morte del figlio lo aveva quasi mandato in esaurimento totale e che era intenzionato a mollare. Decisivo fu l’intervento del regista Ryan Coogler, il quale riuscì a convincere l’attore ad usare il film proprio come una dedica a Sage, concentrandosi in particolare sulle relazioni padre-figlio, molto presenti nella sceneggiatura di Creed.
La cosa fu effettivamente catartica, come confermato da Stallone stesso durante la cerimonia di premiazione dei Golden Globe. Sebbene fosse stato restio all’inizio, Creed lo ha aiutato ad affrontare la morte di Sage.
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