Una parte dei fan di Cristina D’Avena non ha digerito il suo accettare l’invito a cantare alla festa del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La cantante ha voluto rispondere sui social dopo le numerose polemiche, difendendo la sua decisione e sottolineando che non si tratta di scelta di campo: «Le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà».

La cantante che ha fatto sognare una generazione di ragazzi e ragazze prestando la voce ai cartoni animati Pollon, i PuffiMemoleOcchi di gattoMila e Shiro, tra gli altri, ha precisato che i suoi sono «inni di leggerezza e fantasia», di nessun’altra natura o pretesa, e per questo «non porto ideologie, ma musica: non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso, ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera».

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Cari amici,
ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono.
Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta.
Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili.
Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso.
E questo non è qualunquismo, ma libertà.
Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica.
Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta.
Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano.
Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa.
Vi voglio bene ❤️
Cristina

 

La difesa di Fiorello

Anche Fiorello è intervenuto sulla questione nel corso della puntata di questa mattina di Viva Rai2. «Ognuno deve essere libero di esprimersi come e dove vuole. Io ho cantato per i comunisti e lei per la Meloni. Perché non può farlo? Vi racconto una mia esperienza personale, sono andato una volta alla festa dell’Unità e ho fatto cantare i comunisti, “Bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao…”, ho cantato, ho cantato e nessuno mi ha detto niente». «Se io avessi cantato dall’altra parte, sarebbe successo come in questo caso – ha aggiunto -. Ognuno deve essere libero di esprimersi come e dove vuole. Io ho cantato per i comunisti e lei per la Meloni».