“Il mio amico Arnold” è stato un set maledetto. Nel 1978 debuttò negli Usa la sitcom di successo che avrebbe conquistato anche il pubblico italiano. La serie che era divisa in 189 episodi, raccolti in otto stagioni, aveva come protagonisti due bambini di colore adottati da un ricco uomo d’affari di Manhattan. La sitcom comica ebbe un successo enorme di pubblico e in alcuni “episodi speciali” affrontò anche temi problematici come il razzismo, l’uso di droghe e gli abusi sessuali sui bambini. A più di 40 anni dal quel celebre debutto oggi ci soffermiamo su una delle protagoniste che ha avuto un’esistenza molto infelice.
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La parabola di Dana Plato
Nata a Maywood, in California, il 7 novembre 1964 da una madre che a soli 16 anni aveva già un altro figlio di 18 mesi, Dana fu affidata a Dean e Florine Plato, una coppia della San Fernando Valley che la adottò pochi mesi dopo la nascita.
Sua madre adottiva la spinse a molte audizioni, all’età di 7 anni aveva già interpretato molti spot pubblicitari. La sua prima parte fu nel seguito “L’esorcista II: l’eretico”. Dopo altre partecipazioni a pellicole senza seguito, Florine decise che la figlia doveva dedicarsi alla carriera sportiva. E invece quando già sembrava che Hollywood avesse chiuso le porte in faccia alla giovane aspirante attrice, arrivò un’occasione importante. Nel 1978 inizia a girare“Il mio amico Arnold”: il successo fu immediato tanto che la serie venne prodotta per 8 stagioni, fino al 1986. L’attrice interpretò Kimberly Drummond che doveva fare i conti con i fratellastri Arnold (interpretato da Gary Coleman) e Willis (Todd Bridges), il pubblicò gradì molto la sua parte.
Dana fu una presenza fissa della serie fino al 1984 quando, ventenne, si sposò con il musicista Lanny Lambert e rimase subito incinta. Durante gli anni trascorsi sul set di Arnold, la Plato faceva frequente uso di droga e alcol. Ebbe un figlio Tyler Edward Lambert, il 2 luglio 1984. Quando annunciò la sua gravidanza, la Plato fu licenziata dalla serie ma continuò ad apparire come guest star nelle ultime due stagioni, la trama prevedeva infatti che il suo personaggio si fosse trasferito a Parigi. Il matrimonio con Lambert terminò nel gennaio del 1988, in seguito al quale perse la custodia di suo figlio.
Purtroppo la prima overdose avvenne nel 1978, quando aveva solo 14 anni e quasi morì per il troppo Valium preso.
Dopo la nascita del figlio Tyler, la ventunenne Dana cercò di ricominciare il suo percorso come attrice ma oramai le porte erano chiuse. Purtroppo sua madre morì e questo fu un grave colpo per lei, purtroppo non si riprese più e cominciò ad abusare di farmaci, droge e alcolici. Nel giugno 1989 posò nuda per “Playboy”, convinta che farlo l’avrebbe aiutata a riprendere la carriera, ma fu del tutto inutile. All’inizio del 1991 si trasferì a Las Vegas dove iniziò a lavorare in una lavanderia. Il 28 febbraio entrò in una videoteca, con occhiali neri e il viso coperto, dichiarò di essere armata e si fece consegnare dall’ impiegata tutto l’incasso, 164 dollari. Quest’ultima, riconosciutala ugualmente, avvisò le autorità affermando di essere appena stata derubata dalla ragazza che interpretava Kimberly in Arnold. Pochi minuti dopo la rapina, la Plato tornò sul luogo e fu immediatamente arrestata. Nel gennaio 1992, fu nuovamente arrestata, questa volta per aver falsificato una prescrizione per il Diazepam.
Dopo aver cercato di disintossicarsi partecipando a un lungo programma di recupero 1997, a trentatré anni, partecipa al film “Different Stroke: the Story of Jack & Jill… and Jill”. Nel 1998 apparve senza vestiti sulla copertina della rivista Girlfriends, dichiarandosi lesbica in un’intervista sulla stessa rivista, posizione poi successivamente smentita. L’8 maggio del 1999 fu trovata moribonda a causa di un’overdose di farmaci dal suo compagno dell’epoca, Robert Menchaca, dentro la roulotte parcheggiata vicino alla casa della madre di quest’ultimo.
La sera precedente alla sua morte, Dana era intervenuta al The Howard Stern Show, popolare programma radiofonico statunitense. Successivamente il suo corpo è stato cremato e le ceneri sono state disperse nell’oceano.
Esattamente 11 anni dopo, il 6 maggio 2010, il figlio Tyler Lambert morì sparandosi in testa: aveva 25 anni ed aspirava a diventare rapper. E come la madre abusava di alcolici e droga.
Fonte ItalianStarMagazine
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